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La Voce Del Regista: Martin Scorsese Tutti gli stili di regia e i tratti distintivi del maestro newyorkese!

Nov 20, 2019

Questo mese a La Voce Dello Schermo celebriamo l’uscita del nuovo film di Martin Scorsese, The Irishman, dedicandogli un appuntamento della rubrica La Voce Del Regista

Scorsese è considerato uno dei pilastri del cinema statunitense, nei suoi anni di carriera ha portato tanta innovazione, definendo intere generazioni di filmmakers e consolidando il genere gangster movie. 

Vediamo quindi quali sono i tratti distintivi dello stile di regia del newyorkese doc, Martin Scorsese!

 

Martin Scorsese

Nasce a New York nel 1942 a Flushing, un quartiere del Queens, da genitori italoamericani. Passa gran parte della sua infanzia e adolescenza a Manhattan, più precisamente nel quartiere chiamato Little Italy, dove comincia ad appassionarsi alla settima arte, ma non avendo una cinepresa si diletta a disegnare storyboards delle proprie storie da mostrare ai suoi amici. Nel 1960 comincia a frequentare la New York University e lì avrà l’opportunità di realizzare i suoi primi cortometraggi. Il suo amore per il cinema si manifesta soprattutto nei confronti dei film western e del genere neorealista. Quest’ultimo diventerà una delle bandiere del cinema di Scorsese, che pone i suoi fondamenti nella New Hollywood, periodo di grande innovazione nel cinema statunitense a partire dai primi anni ‘60 e conclusosi all’inizio degli anni ‘80. 

Il Re dei movimenti di camera

Molti dei film di Scorsese si aprono con un montaggio accompagnato da un voice over. Ciò rende più facile veicolare tante informazioni e costruire più velocemente il mondo in cui sarà ambientata la storia. Spesso gli eventi mostrati nel montaggio sono avvenuti in rapida successione e il farli vedere tutti insieme suggerisce allo spettatore che la situazione o la vita del protagonista abbia preso una piega inaspettata, che le cose gli siano insomma scivolate di mano. 

Scorsese fa un largo uso di movimenti di camera, carrellate, panoramiche, rotazioni, zoom, per rendere l’esperienza cinematografica più originale possibile. 

Ad esempio, per enfatizzare la reazione di un personaggio tende ad avvicinarglisi o allontanarsi con la telecamera tramite carrellate o zoom. A volte suddetto movimento va quasi a sostituirsi alla reazione del personaggio, come se le sue emozioni fossero in grado di comandare la direzione della camera. 

I veloci movimenti di camera tendono a mettere in evidenza particolari momenti oppure significative ondate di emozioni. Quelli lenti invece sono dedicati all’allungamento di certe scene, per rappresentare la curiosità di un personaggio oppure le sue paure. 

Scorsese è un grande amante dei piani sequenza, ovvero quelle inquadrature che non presentano tagli. Quando non è possibile realizzarle ci sono diversi trucchetti che si possono impiegare per ingannare l’occhio dello spettatore. Alcuni di questi sono fatti tramite movimenti di camera che nascondono il taglio. Un esempio possono essere le luci abbaglianti di un’auto, o il buio di una cantina. Altro ancora la whip pan.

Scorsese adora mettere la telecamera vicino all’azione, sia che il soggetto sia steso per terra o che stia volando per aria, troverà un modo per enfatizzare i loro movimenti piazzando la telecamera in punti strategici. 

Bonus: Breaking the 4th wall! Se ad un certo punto uno dei personaggi comincia a rivolgersi direttamente allo spettatore guardando in camera, c’è una buona probabilità che stiate vedendo un film di Scorsese, aggiungeteci un freeze frame e le probabilità aumentano!

Bad Boy Syndrome

I personaggi rappresentati da Scorsese sono molto spesso caratterizzati da uno o più difetti molto visibili, sono perseguitati dal passato, dalle azioni che hanno compiuto, e tendono ad essere autodistruttivi.


I mondi rappresentati da Scorsese sono molto realistici, lui stesso ha più volte detto di essersi ispirato al proprio quartiere dove è cresciuto in un ambiente perlopiù immorale, in cui i suoi personaggi altrettanto immorali possono navigare in acque dapprima amiche e poi col protrarsi della storia, sempre più nemiche. Gli “eroi” di Scorsese prosperano negli ambienti immorali. Ma raccolgono anche ciò che seminano. Questo si traduce nel mostrarli sì al centro del loro mondo, con uno stile di vita apparentemente glamour e una reputazione che li precede, ma alla fine dei conti tutto ciò sembra sempre ritorcerglisi contro. Molto spesso i personaggi viaggiano sull’orlo del sacro e il profano: da un lato sono uomini e donne religiosi, vanno in chiesa. Dall’altro non si risparmiano nel linguaggio e se c’è da fare fuori qualcuno non ci pensano due volte!


I finali dei film di Scorsese possono essere definiti piuttosto neutrali, poiché a volte mostrano sì un cambiamento nel protagonista, ma nessun progresso. Questa caratteristica era considerata piuttosto innovativa rispetto alla classica struttura di una storia (sceneggiatura), dove il protagonista deve affrontare un certo numero di prove per arrivare all’obiettivo da lui agognato e durante questo viaggio compiere un cambiamento (in positivo). Il cambiamento operato da Scorsese consiste nel mostrare le conseguenze che la storia ha portato. Ne è un classico esempio The Irishman (2019). Potete leggere la recensione completa del film cliccando qui.

Bonus: Quasi tutti i suoi film hanno come materiale di partenza un libro, sia esso una biografia come nel caso di The Wolf Of Wall Street, un libro di saggistica come quelli che hanno ispirato Goodfellas e Casino, o un libro di finzione come Shutter Island

Leading Ladies: Missing In Action

I personaggi femminili (quasi tutti impersonati da attrici bionde caucasiche) vengono spesso e volentieri relegati a ruoli secondari e vengono mostrati in relazione alla vita dell’uomo protagonista della storia, che sia esso un marito, un padre o uno sconosciuto. La donna nei film di Scorsese è al centro di una dicotomia: o idolatrata o abusata e denigrata, spesso entrambe le cose nello stesso momento (come ad esempio in The Wolf Of Wall Street). Questo negli anni ha portato a diverse riflessioni e saltuarie polemiche. Dal momento che Scorsese più volte ha deciso di rappresentare personaggi realmente esistiti o ispirati a persone reali è possibile che la rappresentazione della donna fosse fedele alla realtà delle cose. Questo non toglie che, in quasi 30 film realizzati dal regista, sarebbe bello vedere anche qualcosa di diverso. 

Montaggio

Via i momenti statici e di noia, a meno che non siano intenzionali. L’azione è piuttosto serrata, le scene ben collegate e combinate tra loro per creare sequenze coese e coerenti. Uso di slow motion è riservato ai momenti definitivi per i personaggi: una vittoria, una sconfitta, un assassinio, “il fatidico momento prima di”. 

Scorsese si dedica molto anche alla scelta della musica. Mischia elementi extradiegetici con quelli diegetici, combinandoli in modo da creare scene più realistiche e naturali possibili. Utilizza musiche allegre e divertenti in momenti di estrema violenza e musiche aggressive per momenti più mondani o azioni più discrete. Tra gli artisti più ricorrenti troviamo i Rolling Stones!

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, ecco un articolo di Rolling Stone che lista alcune delle canzoni più iconiche nei film di Scorsese!

Cast Ricorrente

Dove va Martin Scorsese, c’è una buona possibilità che Robert De Niro e Leonardo DiCaprio seguano. Il primo è uno storico collaboratore e amico del regista, sono cresciuti sui set insieme e ci hanno regalato grandi capolavori come Taxi Driver, Mean Streets, Goodfellas e Casino. DiCaprio si inserisce qualche decennio dopo ma consolida il suo rapporto con Scorsese fin da subito. I due infatti hanno collaborato a numerosi progetti tra cui Gangs Of New York, Shutter Island e The Wolf Of Wall Street. All’appello non mancano Joe Pesci, Harvey Keitel e… Martin Scorsese! Al regista piace infatti apparire nei suoi lavori, sia in piccole parti che in camei.

Quali sono i film di Scorsese che preferite? E quelli che invece non vi piacciono proprio? Fatecelo sapere nei commenti!

 

di Elvira Bianchi

 

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