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Intervista a Daphne Scoccia: “Che emozione gli applausi a Cannes” L'attrice, apprezzatissima per le interpretazioni in "Fiore", "Palazzo di Giustizia" e nella serie "Nero a metà", si racconta su La voce dello schermo.

Feb 16, 2021

Nonostante Daphne Scoccia sia entrata in punta di piedi e per caso nel mondo della recitazione, è riuscita, grazie alle sue potenti interpretazioni, a ritagliarsi uno spazio importante tra le giovani attrici italiane più talentuose. La sua performance in “Fiore” le è valsa infatti la candidatura al David di Donatello del 2017 come Migliore attrice protagonista e, sempre lo stesso anno, ha vinto il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’argento. In tv è Ottavia in “Nero a metà“, di recente l’abbiamo ammirata in “Nel bagno delle donne” di Marco Castaldi e in “Palazzo di giustizia“, opera prima di Chiara Bellosi e presentata al Festival di Berlino 2020.
Con grande piacere su La voce dello schermo abbiamo intervistato Daphne, che ci ha confidato cosa abbia significato per lei ricevere dieci minuti di applausi al Festival di Cannes, recitare in “Lontano Lontano“, ultimo film di Ennio Fantastichini, e ha ripercorso le tappe fondamentali della sua brillante carriera, una carriera scritta nelle stelle.

Salve Daphne, benvenuta su “La voce dello schermo”. Partiamo da “Nel bagno delle donne” di Marco Castaldi. Com’è stato per te cimentarti all’interno della commedia e cosa ti è piaciuto del tuo personaggio?

Salve a tutti. La commedia rappresentava una novità per me. Ho voluto sperimentare, ero amica di Marco, ho letto la sceneggiatura e l’ho trovata simpatica e realista sotto molti punti di vista. Mi hanno toccato alcune tematiche come il precariato giovanile e i cinema d’essai vuoti. Mi sono lanciata in questa avventura ed è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere anche all’interno del genere della commedia.

Parliamo di Ottavia di “Nero a metà”. È un personaggio molto amato dal pubblico. Quali aspetti ti sono piaciuti più di lei?

Ottavia è una ragazza libera, determinata, che non si lascia abbattere facilmente e allo stesso tempo non si rende conto che a volte supera un po’ i limiti. Ha un figlio piccolo e sente addosso la responsabilità che porta e per questo motivo ha deciso di collaborare con la polizia, per cercare di proteggersi e proteggere il figlio.

Ci sono novità riguardo una terza stagione?

Potrebbe esserci una terza stagione ma ancora non posso dire niente a riguardo.

Il tuo esordio al cinema è stato in “Fiore” di Claudio Giovannesi. Raccontaci di quando hai ottenuto il ruolo…

È stato del tutto inaspettato. Avevo sempre lavorato, facendo anche mestieri tosti: in fabbrica, in un laboratorio di pasticceria, cameriera, barista e non avrei mai pensato di far parte del mondo del cinema, nonostante l’amassi molto. Non ero molto socievole, ero un po’ timida e avevo alcuni blocchi emotivi. La recitazione mi ha aiutato tanto in questo. Ancora oggi vado in ansia se devo rilasciare un’intervista o stare sul palco a promuovere un film! Tramite lo sguardo degli altri, ho capito che ne sono capace e che posso farcela.

Come hai reagito quando hai saputo di aver ottenuto il ruolo?

Quando il regista (Claudio Giovannesi) e la responsabile casting (Chiara Polizzi) sono venuti a pranzo dove lavoravo io, mi hanno notata, mi hanno detto che cercavano la protagonista del film e mi hanno chiesto se avessi mai fatto cinema. Al termine della conversazione non avevo tante aspettative a riguardo. In cuor mio speravo che mi potessero prendere, ma non mi aspettavo si concretizzasse. Man mano che i giorni passavano e dopo due tre settimane di provini ho ricevuto la loro chiamata con la quale mi comunicarono di essere stata scelta. Sono scoppiata a piangere dall’emozione.

Credi nel destino?

Assolutamente sì, mi sono accaduti diversi avvenimenti che mi hanno portato a crederci e sicuramente il mio ruolo in “Fiore” ne è una dimostrazione. Andando avanti e guardando indietro spesso ci si rende conto dei puntini che si uniscono per creare il disegno. Tuttavia, credo che il destino per metà sei tu a dovertelo creare e per l’altra metà sia l’universo a crearti le condizioni. Faccio sempre l’esempio di un bivio, sei tu a scegliere quale strada prendere ma non sai mai cosa ti aspetta. La decisione della scelta è tua ma non sai mai cosa ci sia dall’altra parte.

Che ricordi hai di Cannes?

È stata una grande giostra e un’emozione grandissima. Sentire dieci minuti di applausi, in quel contesto, è indescrivibile. Io e Joshua ci siamo abbracciati e non ci staccavamo più. Sono state emozioni molto forti e belle. Grazie a “Fiore” ho intrapreso le mie prime esperienze da attrice, le interviste i lavori con gli uffici stampa. Pensavo di non farcela e sono riuscita a superare i miei limiti emotivi.

Qual è stato il riconoscimento che ti ha emozionata di più?

Ogni premio è sempre emozionante e una gratificazione nella vita. Ritrovarsi apprezzati improvvisamente è un’onda emotiva che ti travolge e a volte ti destabilizza, perché arriva tutta ad un tratto ed è qualcosa a cui non si è abituati.

Da Cannes a Berlino. “Palazzo di giustizia” testimonia un’ulteriore tua crescita professionale. Cosa vuoi raccontarci di questa esperienza?

Ho sempre interpretato ruoli particolari come ragazze problematiche e solitarie. Vestire i panni di una madre è stato sicuramente un passo grande in avanti per la mia carriera. Angelina non è la classica madre amorevole. È un personaggio forte, esasperato e combattuto tra ciò che si svolge all’interno del tribunale e quello che c’è fuori e che potrebbe accadere alla figlia. In alcuni momenti sono aggressiva nei confronti della bambina ma, nonostante questo, si vede che provo tanto amore per lei. È molto toccante la scena in cui mi vedete dormire sulle sue gambe.
Per me ogni progetto è come una scuola e ogni lavoro è una prova per me. Durante la mia carriera, ho avuto la fortuna di lavorare con Claudia Cardinale, Ennio Fantastichini, Claudio Amendola, tanti altri artisti e anche confrontarsi con attori che hanno meno esperienza di me mi ha fatto crescere tanto. Ogni lavoro è una scuola per me ed è il mio modo di crescere.

In “Lontano, Lontano” di Gianni Di Gregorio interpreti la figlia di Ennio Fantastichini. Che ricordo hai di lui?

Ennio era una bellissima persona, dal cuore nobile, solare e con qualcosa di malinconico dentro. Una persona buona e un attore bravissimo. Sono onorata di aver lavorato con lui e allo stesso tempo mi piange il cuore che non ci sia più e che quello sia stato il suo ultimo film.

Dove ti vedremo prossimamente?

Mi vedrete in tre film da co-protagonista: il primo è una commedia di e con Paolo Ruffini e si intitola “Rido perché ti amo”. Non si sa quando uscirà ed è stata un’esperienza nuova anche questa; il secondo è una dramedy: “Umami – Il quinto sapore”. Anche questo è in fase di montaggio. Il terzo è, infine, “Tutti i nostri ieri” di Andrea Papini.

Noi siamo sempre in cerca di curiosi aneddoti dal set. Ne hai qualcuno che vorresti condividere con i nostri lettori?

Sicuramente in “Fiore” ogni scena in cui dovevo fare a botte è stata divertente. Abbiamo lavorato con uno stuntman e abbiamo creato una coreografia che poi nel film vedete in una rissa. È stato bello allenarsi con uno stuntman e mi piacerebbe molto far parte di un film action o un interpretare un personaggio dai superpoteri.

C’è un genere di film che non hai ancora fatto e in cui ti piacerebbe cimentarti?

Più che un genere, mi piacerebbe esplorare il mondo del cinema francese, dal momento che ne sono un’estimatrice. Mi piacciono molto Xavier Dolan, Celine Sciamma e Luc Besson.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Questo lavoro mi dà la possibilità di far ascoltare la voce dello schermo ed è uno dei miei obiettivi. Voglio portare qualcosa al pubblico, testimoniare, far aprire gli occhi su qualcosa. Vorrei poter essere una voce che apre gli occhi e le menti delle persone attraverso lo schermo.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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