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Intervista a Rita Abela: “Ne ‘Il mio corpo vi seppellirà’ sono una donna in cerca di vendetta e di libertà” L'attrice siciliana, già ammirata ne "Le nozze di Laura" e presto nei nuovi episodi de "Il Cacciatore", presenta "Il mio corpo vi seppellirà" e si racconta su La voce dello schermo.

Mar 16, 2021
*Foto di Mirko Pannuzzo/Skyline Services

Dal 12 marzo è disponibile online, su le varie piattaforme a pagamento Apple Tv, Chili, Tim Vision, Rakuten etc, il film di Giovanni La PàrolaIl mio corpo vi seppellirà“. Si tratta di un western garibaldino in costume e ambientato nel regno delle due Sicilie nel 1860 che ha per protagoniste Rita Abela, Miriam Dalmazio, Margareth Madè e Antonia Truppo. Su “La voce dello schermo” abbiamo intervistato Rita Abela, già vista ne “Le nozze di Laura” e in cui è stata diretta da Pupi Avati e che vedremo prossimamente anche nelle nuove puntate de “Il Cacciatore“.
L’attrice si è raccontata presentandoci “Il mio corpo vi seppellirà” e la sua Ciccilla, ci ha confidato di cosa significhi il teatro per lei e ha ricordato l’illuminante esperienza sotto la direzione di Pupi Avati. A voi…  

 

*Foto di Mirko Pannuzzo/Skyline Services

Salve Rita, benvenuta su “La voce dello schermo”. Da giorno 12 marzo ti stiamo vedendo ne “Il mio corpo vi seppellirà”. Puoi presentarci un po’ film e il tuo personaggio?

Grazie, bentrovato. Questo film racconta di una resistenza, quella delle brigantesse, le Drude. Tra le quattro, Ciccilla è forse la più istintiva e parlo proprio di un istinto quasi animalesco; ha una forte tridimensionalità, compie con foga azioni efferate perché legate ad un vissuto violento. Un personaggio molto distante da me e forse anche per questo l’ho amato particolarmente.

Com’è stato per te cimentarti in un lavoro in costume e rappresentare questa donna in cerca di vendetta e di libertà?

Affascinante. C’è stata una cura minuziosa di trucco e parrucco oltre che dei costumi: ogni cosa era studiata nel dettaglio, ogni tatuaggio, ogni accessorio aveva un significato, il modo ideale di lavorare per un attore. Nell’interpretare Ciccilla, ho voluto intendere la parola ‘vendetta’ proprio nella sua accezione originale, ovvero liberarsi da un oppressore per riappropriarsi di qualcosa, di sé stessa. In lei c’è anche un certo sadismo ma, senza voler legittimare la crudeltà di questo personaggio, mi sono posta da attrice in un’ottica non giudicante ed ho cercato e trovato con estrema chiarezza le motivazioni profonde del suo agire.

Che rapporto si è creato con regista e membri del cast?

Con Giovanni (La Pàrola ndr.) c’è stata sin da subito stima reciproca e grande sintonia, lui è un regista visionario che accoglie le proposte degli attori, mi sono sentita libera di sperimentare nella costruzione del personaggio. Come in ogni bella sceneggiatura, un personaggio acquista valore in relazione agli altri e Ciccilla trae la sua forza nel rapporto di sorellanza con le Drude, bravissime compagne di scena con le quali ci siamo spesso anche commosse.

Ti abbiamo conosciuta e apprezzata ne “Le nozze di Laura” diretta da Pupi Avati. Cosa ricordi di questa esperienza?

Ero emozionatissima. Interpretavo una ragazza dell’est che lavorava in una fabbrica di agrumi. Ricordo che per prepararmi ho incontrato per due mesi una donna rumena che vive in Italia da anni, chiacchieravo con lei e registravo le conversazioni per studiare bene l’accento. E alla fine Pupi mi ha raccontato che il fonico pensava che io fossi davvero rumena… è stato divertente.

Com’è stato lavorare con Pupi Avati?

Illuminante. Mi ha insegnato tantissimo sul linguaggio cinematografico. Si è fidato di me e l’ho apprezzato moltissimo: nella scena finale, quella del matrimonio, non era previsto che io cantassi. Un giorno in una pausa dal set Pupi mi chiese: ‘ma tu canti? Fammi sentire qualcosa’ e poco dopo aggiunse: ‘dopodomani giriamo il matrimonio, ce la fai a studiare una canzone tradizionale rumena?’. Detto fatto.

La tua carriera è legata anche al mondo del teatro. Cosa rappresenta per te il teatro?

Il teatro è la mia casa. È grazie al teatro che ho capito di voler fare questo mestiere, di essere nel posto giusto, lì mi sono formata. Però non posso dire oggi di preferire il teatro al cinema o alla tv, sono linguaggi diversi dello stesso mestiere infatti, a prescindere dal mezzo, uso sempre la stessa metodologia di studio e preparazione dei personaggi.

Sappiamo che presto ti vedremo nei nuovi episodi de “Il Cacciatore”. Nonostante non si possa anticipare tanto, cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi episodi?

“Il Cacciatore” è un altro lavoro che ho amato moltissimo perché interpretare un personaggio realmente esistito è tanto stimolante quanto impegnativo. Nella terza stagione Giusy Vitale, il mio personaggio, avrà una interessante evoluzione.

Ci sono altre esperienze che vorresti ricordare e a cui sei particolarmente legata?

Le esperienze teatrali, gli anni delle tragedie al teatro greco di Siracusa, quelli con Walter Pagliaro e Micaela Esdra e, a seguire, quelli con Fabio Grossi e Leo Gullotta. Sono state esperienze lavorative indimenticabili alle quali sono molto grata.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Quando ero bambina, ero affascinata dai personaggi che erano in TV e nei film, chiedevo ai miei genitori come ci fossero finiti lì dentro, quando, forse di notte mentre dormivo. Ero convinta che fosse un universo parallelo, che con un incantesimo si rimpicciolissero le persone in modo da farcele stare. Volevo sapere come si faceva ad entrarci, vedevo che dietro al televisore c’erano delle viti, pensavo che quella era la porta d’accesso e prima o poi le avrei svitate perché volevo scoprire quel mondo anch’io. Ecco, per me la voce dello schermo è la voce che mi sussurra all’orecchio quei ricordi di tenerezza e ingenuità e mi parla di entusiasmo e curiosità di scoperta, gli stessi che metto tutt’oggi nel mio lavoro.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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