Tre motivi per vedere “Servant” Scopriamo le ragioni per cui vale la pena vedere la nuova serie firmata AppleTv+ del regista M. Night Shyamalan
Ha debuttato il 28 novembre su AppleTv+ “Servant”, show che racconta le vicende di una coppia, Dorothy (Lauren Ambrose) e Sean Turner (Toby Kebbell), nel momento in cui decidono di assumere come tata Leanne (Nell Tiger Free) per il figlioletto Jericho. Dorothy ha infatti terminato il periodo di maternità ed è in procinto di tornare al suo lavoro di giornalista. Tuttavia, la realtà è ben diversa da come appare. Jericho è infatti morto e, per permettere a Dorothy di superare il trauma e di lasciarla nella convinzione che il figlio sia ancora vivo, è stato sostituito da una bambola reborn. Improvvisamente però la bambola diventa un vero bambino e cominceranno di dubbi di Sean per comprendere il legame che c’è tra l’inspiegabile arrivo del bimbo e quello della misteriosa tata Leanne. A completare il quadro dei personaggi c’è il fratello di Dorothy, Julian, interpretato dal Ron Weasley di “Harry Potter“, ovvero Rupert Grint. I primi due episodi sono diretti dal regista M. Night Shyamalan (“Il Sesto Senso”, “Unbreakable”, “Split”), terminando i quali prosegue il suo ruolo nello show come produttore esecutivo. La serie è creata da Tony Basgallop.
Scopriamo dunque i tre motivi per vedere “Servant”…
1) M. NIGHT SHYAMALAN
I primi due episodi portano la firma di Shyamalan, che ovviamente fa vedere in più occasione il proprio stile, che mira più a turbarti che a terrorizzarti. Molte scene sembrano rimandare ai suoi classici e sono presenti molti richiami all’aldilà.
2) SENSO DI INQUIETUDINE
Come accennato, Shyamalan è maestro nel creare atmosfere che trasmettono allo spettatore ansia, inquietudine e senso di pericolo. “Servant”, nonostante non parta con scene estremamente spaventose, ti disturba dentro e ti catapulta in un continuo stato di instabilità emotiva.
3) TRAMA AVVINCENTE
Altro punto di forza della serie è la trama coinvolgente. Al termine di ogni episodio lo spettatore rimane sempre con il fiato sospeso e non vede l’ora di andare avanti con la visione per risolvere gli enigmi.
Di Francesco Sciortino