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Intervista a Clotilde Esposito: “Mare Fuori denuncia la criminalità. Nei nuovi episodi vedrete una Silvia diversa” L'attrice napoletana si racconta su La voce dello schermo parlando del cambiamento che vivrà il suo personaggio in "Mare Fuori" e di tanti aspetti della serie e del proprio lavoro.

Feb 1, 2024
Wannabe Management, Foto di Alessandro Peruggi

Oggi è il giorno di “Mare Fuori”. Da mezzanotte del 1° febbraio sono disponibili su Rai Play i primi sei episodi della quarta stagione della serie diretta da Ivan Silvestrini e prodotta da Picomedia (Roberto Sessa). Uno dei personaggi che ha saputo imporsi sempre di più nel corso delle stagioni è sicuramene quello di Silvia, interpretata da Clotilde Esposito. Abbiamo intervistato per presentare i nuovi episodi proprio Clotilde, che si è raccontata anticipandoci che vedremo una Silvia molto differente rispetto a quella vista durante le precedenti stagioni, che vivrà un cambiamento che ha portato l’attrice a mettersi alla prova artisticamente e a trasmettere al proprio personaggio nuove sfumature inedite. Ma non è tutto, Clotilde ha risposto alle critiche rivolte alla serie, ha ricordato le emozioni provate sul palco dell’Ariston di Sanremo e ci ha confidato di come sia nato il suo amore per la recitazione. A voi…

Salve Clotilde, bentornata su “La voce dello schermo”. Parliamo della quarta stagione di “Mare Fuori”. Che Silvia vedremo?

Salve a tutti. Grazie. La parola chiave di questa stagione di Silvia sarà “consapevolezza”. Silvia tornerà in carcere, scopriremo il motivo, ma con una consapevolezza maggiore, perché sa bene quali siano le conseguenze delle proprie azioni. Ha degli obiettivi e desideri e li insegue a qualsiasi costo. Non è più vittima degli eventi, ma sa benissimo quello a cui va incontro. Nel corso della serie ci saranno tantissimi cambiamenti e si ritroverà a vivere situazioni spiacevoli, quasi drammatiche, che porteranno a un suo cambiamento. Sarà diversa dalla Silvia sempre felice, truccata e vestita con abiti colorati. La vedremo più grigia, attraverserà momenti particolarmente dolorosi e scopriremo il perché.

L’abbiamo lasciata con quel bacio a Lino. Cosa ha significato?

Quel bacio, in quel momento, penso sia stato dettato dal momento. Non c’era altro. Silvia è una ragazza che ama sedurre, aveva capito l’influenza che aveva su Lino e l’ha sfruttata, ma in mente aveva altro. In questa stagione il loro rapporto cambierà, Lino si dimostrerà presente nella vita di Silvia e dimostrerà di volerle davvero bene. Poi ci saranno altri risvolti che scoprirete presto.

Wannabe Management, Foto di Alessandro Peruggi

Questa stagione sarà all’insegna di che cosa?

L’amore sicuramente caratterizzerà questa nuova stagione. Un po’ tutti i personaggi saranno coinvolti in tante situazioni in cui l’amore farà sempre da padrone.

Il successo della serie è diventato quasi incontrollabile. Come ti sei abituata a questo affetto travolgente?

Credo che il successo bisogni imparare a gestirlo. Quando la serie è esplosa fu un po’ complicato, perché chiunque per strada ti riconosceva, ti fermava e bisognava rendersi conto che, in qualche modo, la mia vita era cambiata. Quest’anno sono riuscita ad abituarmi maggiormente, è comunque un aspetto che fa piacere perché ti rendi conto di quanto la serie arrivi alle persone. È una dimostrazione di affetto del proprio lavoro ma bisogna anche imparare a conviverci.

Lo scorso anno siete andati anche a Sanremo. Com’è stato calcare il palco dell’Ariston?

Sanremo fa un certo effetto. Sono una persona che vive queste situazioni in maniera abbastanza serena, ma Sanremo è stato veramente emozionante. Eravamo tutti molto emozionati. Una parte del cast è entrato da un lato e l’altra dalla parte opposta. Ci guardavamo ed eravamo tutti con gli occhi lucidi. Il palco, in realtà, è piccolo e non ti rendi conto di essere in mondovisione. Ma una volta saliti è passato tutto. Il poter condividere il momento con tutti loro ci tranquillizzava, ma è stato davvero emozionante. Eravamo felici e soddisfatti.

Wannabe Management, Foto di Alessandro Peruggi

In seguito al successo di “Mare Fuori” sono arrivate anche le critiche che affermano che non sia un prodotto educativo per i giovani. Tu come le commenti?

Non sono d’accordo e credo sia molto chiaro il messaggio della serie. “Mare Fuori” denuncia la criminalità, non osanna alcun tipo di violenza. Tutti coloro che commettono violenza o azioni criminali vengono puniti. Anche le morti dei personaggi credo che lancino un messaggio. È una serie che va vista con senso critico, altrimenti non si comprende cosa voglia dire. È un prodotto che hanno visto tutti, anche i ragazzini molto piccoli. È importantissimo, quando riguarda un pubblico molto giovane, che i genitori siano presenti e che spieghino la serie. Perché altrimenti si corre il rischio che un ragazzino piccolo, che non ha sviluppato senso critico, veda soltanto violenza e non riesca a leggere il messaggio che c’è dietro. La presenza dei genitori è fondamentale. “Mare Fuori” parla di un IPM, di persone che hanno sbagliato, che stanno pagando e che vengono palesemente puniti per ciò che hanno fatto. Ci sono molte storie di redenzione, come quella di Pirucchio, che sono la prova del messaggio chiaro della serie e non osanna la violenza in alcun modo.

Cos’è per te il mare fuori?

Sono tutti i miei sogni e la speranza che si possano avverare e anche la forza che trovo in me per inseguirli e lavorare su di essi.

Com’è stato crescere artisticamente con Silvia?

È stato un bel percorso. Ormai sono quattro anni e mezzo che convivo con Silvia. Ovviamente quando lavori sulla serialità conosci, anno dopo anno, sempre meglio il personaggio. Con il passare del tempo si aggiungono tanti tasselli in più ed è un modo per approfondire il personaggio. Dopo quattro anni è come se facesse parte della mia vita. Ogni volta che torno sul set è sempre un ritorno più consapevole ed è come se avessimo dentro di noi una parte dei nostri personaggi. È un ruolo che mi ha permesso di crescere tantissimo e quest’anno ancora di più perché ho avuto la possibilità di esplorare dei lati di un personaggio che probabilmente non avevo mai affrontato. Ho dovuto fare un tipo di studio diverso e mi ha dato tanto.

Wannabe Management, Foto di Alessandro Peruggi

Pensi a quando finirà la serie? Come ti vedi dopo “Mare Fuori”?

Penso a quando finirà la serie, credo che un giorno sia giusto mettere un punto a un personaggio. Mi vedo come un’attrice che continuerà la propria carriera nonostante sarà la fine di un’era, perché è un progetto che mi ha accompagnato per tanti anni e rimarrà una parte felice della mia vita, ma arriverà anche il momento di lasciarmelo indietro.

Ci sono altri progetti su cui stai lavorando?

In realtà stiamo già lavorando sulla quinta stagione, anche perché i tempi sono molto stretti.

Se fossi una giornalista che domanda faresti a Clotilde?

Le chiederei probabilmente cosa le abbia innescato il desiderio di cimentarsi sul mondo della recitazione. Risponderei che c’è stato un film che mi ha incuriosito tanto nel momento in cui mi stavo approcciando al mondo del cinema. Si tratta di “Bellissima” di Anna Magnani. Quella di Anna è stata la prima filmografia che ho approfondito, ma con “Bellissima” è scoccata la scintilla, nonostante stessi facendo teatro da tempo. Ho iniziato a fare teatro a dodici anni e la recitazione mi ha permesso di esprimere una parte di me e di superare la mia timidezza.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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