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Mer. Dic 4th, 2024

Intervista ad Alan Cappelli: “’Il Confine’ esperienza catartica. ‘I Medici’ serie tv da imitare”

Andrà in onda martedì 15 e mercoledì 16 maggio, su Rai Uno alle 21.25, la miniserie “Il Confine”. La voce dello schermo ha intervistato, in esclusiva, Alan Cappelli, protagonista nei panni di Franz, un giovane che dovrà affrontare un conflitto familiare con il padre e uno ben più grande, ovvero quello della prima guerra mondiale. L’attore ha presentato “Il Confine”, svelato alcune anticipazioni riguardo ciò che vedremo durante la seconda stagione de “I Medici”, di cui farà parte, e raccontato della sua grande passione per la musica.

Salve Alan, Benvenuto a “La voce dello schermo”. Partiamo da “Il Confine”. Presentaci un po’ questo prodotto e il personaggio che interpreti?
Salve. “Il Confine” racconta la storia di tre ragazzi, nel 1914, uniti da un rapporto di amore e di amicizia e che si trovano a dovere affrontare le tragiche vicende della Prima Guerra Mondiale. I ragazzi affronteranno il tutto con le energie che caratterizzano i giovani e che spesso portano gli adolescenti a fare delle scelte anche più coraggiose di quelle degli adulti. Grazie alla loro sfacciataggine e impulsività riusciranno a destreggiarsi in un contesto complesso come quello della guerra.
Io interpreto Franz, il figlio di un generale austriaco, che è fidanzato con Emma, una ragazza ebrea, e il suo migliore amico è Bruno, un ragazzo italiano. Questo trio non è tanto amato da mio padre, ritenendo l’amicizia con un italiano una cosa vile e l’amore con un’ebrea un motivo di vergogna. Franz vivrà due conflitti: il primo è rappresentato dal contrasto con il padre; il secondo, invece, è lo scoppio della guerra.

“Il Confine” racconta una tematica molto drammatica come quella della guerra. Com’è stato per te calarsi in questa realtà?
Personalmente è stata un’esperienza catartica. Girare nei veri posti dove si è svolta la prima guerra mondiale è, dal punto di vista lavorativo, qualcosa di eccitante. Dal punto di vista umano, invece, fa sì che ti senta investito di una responsabilità molto grande. E’ molto toccante e ti rendi conto di quanto siamo fortunati ad avere ciò che abbiamo e che dobbiamo cercare di preservare.

Presto ti vedremo nella seconda stagione de “I Medici”, puoi darci qualche anticipazione? Cosa ti è piaciuto di più di questa esperienza?
La prima stagione de “I Medici” è una sorta di introduzione. Adesso si entra nel vivo della storia. Viene raccontata Firenze durante il Rinascimento. E’ un momento storico per l’Italia incredibile e poco raccontato. Se non sapessimo che si tratti di un evento storico, penseremmo all’operato di qualche bravissimo sceneggiatore. E’ stato bello far parte di questa co-produzione. Io interpreto Guglielmo De’ Pazzi, che fa parte del gruppo di Lorenzo De’ Medici, sta accanto a lui durante tutte le vicissitudini. Durante questa stagione il mio personaggio viene introdotto, ma si svilupperà nella terza stagione, che gireremo a settembre, quando andrà in onda la seconda stagione.

Tu hai fatto parte di tante produzioni internazionali. Secondo te, qual è la differenza tra Italia ed estero dal punto di vista televisivo?
Ovviamente penso sia un discorso di budget, perché spesso i talenti italiani quando vanno all’estero riescono a farsi valere. Credo che non sia un discorso di talento o di capacità, ma puramente economico.

Cosa bisognerebbe fare per migliorare i nostri prodotti?
Penso che sia importantissimo puntare sempre di più sulle co-produzioni, come nel caso de “I Medici”, che è una co-produzione fortunata. Raccontiamo una storia italiana, che è importante che gli altri conoscano e che vale la pena fare conoscere, perché ha dato frutto anche ad artisti internazionali, e allo stesso tempo ci permette di raccontarla con una qualità superiore, avendo a disposizione un budget più grande. L’unione fa la forza in questo.

Hai una grande passione per la musica. Cosa rappresenta per te la musica? Hai una canzone in cui ti rivedi?
In realtà mi rivedo in tantissime canzoni. Sono appassionato di musica jazz, ho studiato pianoforte e batteria e sono due strumenti in cui mi rifugio quando ho bisogno di tornare di più a contatto con me stesso o di sfogarmi.

Ci sono altre esperienze che vorresti ricordare?
In realtà sono molto legato a tutte le esperienze. Penso che nel percorso di un artista ogni passo sia importante per la propria formazione. Non bisogna mai essere snob, ma piuttosto umili e aperti e avere la fortuna di ricevere delle proposte e dei progetti che siano belli. Un attore deve sapere fare sempre tutto e trovarsi sul set giusto.

Questo portale si chiama la voce dello schermo. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Riuscire a raccontare al meglio ciò che ti viene proposto. L’aspetto più importante penso che sia trasmettere un punto di vista e lasciare un segno, nella speranza che le persone possano ricordarsi di quello che racconti.

Di Francesco Sciortino

 

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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