Il 26 febbraio, su Amazon Prime Video, è il giorno di “Tutta colpa di Freud”, serie tv diretta da Rolando Ravello e tratta dall’omonimo film di Paolo Genovese. La serie ha tra i protagonisti Claudio Bisio, Max Tortora, Luca Bizzarri, Claudia Pandolfi e Demetra Bellina. La voce dello schermo ha intervistato proprio Demetra, che nella serie interpreta la caparbia ed esuberante Emma. La giovane attrice e cantante, che si è fatta notare anche da grandi registi come i fratelli D’innocenzo e Gabriele Salvatores, ci ha presentato la serie, il suo personaggio e ci ha parlato dei progetti passati, presenti e futuri…
Salve Demetra. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Il 26 febbraio esce su Amazon Prime Video la serie “Tutta colpa di Freud”, diretta da Rolando Ravello. Presentaci un po’ la serie e il tuo personaggio…
Salve a tutti. Interpreto Emma, la figlia più piccola del personaggio interpretato da Claudio Bisio. Il suo sogno è di diventare un’influencer, è una ragazza molto determinata, ha sempre chiari i propri obiettivi e cerca sempre il modo giusto per ottenere quello che vuole. Qualcuno l’ha definita “un personaggio senza scrupoli”, tuttavia io la ritengo una ragazza piena di inventiva e credo che abbia il talento di riuscire a trovare sempre il modo per ottenere ciò che vuole.
Quando una serie è tratta da un film spesso si corre il rischio di ripetersi. In cosa pensi si distinguerà questa serie rispetto al film?
Come sapete, la serie è tratta dal film di Paolo Genovese ma è molto diversa, nonostante i personaggi e le dinamiche siano uguali. Cambia la storia, approfondisce maggiormente la situazione familiare e i rapporti tra le sorelle e il padre. Emma, ad esempio, è quella che vive un rapporto particolare con il padre. Essendo la più piccola, spesso viene accusata di essere la più viziata, anche se secondo me non è così. Vede il padre come un eroe e il suo ideale di uomo, anche per questo è interessata sempre a uomini più grandi.
Com’è stato lavorare con gli altri membri del cast?
È stato bellissimo lavorare con tutti. Claudio Bisio è un attore molto generoso sia in scena che fuori. Davvero una persona fantastica. È stato bello improvvisare molto con lui, grazie anche al regista che ci concedeva molta libertà. Claudio riusciva quasi sempre a far svoltare la scena e a dare quel tocco di qualità in più. Mi sono trovata benissimo anche con Luca Bizzarri, con il quale avevo delle scene difficili e secondo me ce la siamo cavata molto bene. Ma devo dire che è stato un set molto armonioso e quasi familiare.
Emma ha un suo modo particolare di reagire ai problemi della vita che si presentano. Tu come reagisci alle avversità?
Sicuramente in modo profondamente diverso rispetto ad Emma. Ci metto più tempo a risolvere le cose, perché mi piace analizzare tantissimo i particolari prima di prendere una decisione, soprattutto quando sono importanti. Il mio primo impatto è “di pancia”, poi subentra la razionalità e alla fine cerco di prendere una decisione, trovando un equilibrio e un punto di incontro.
Ti vedremo anche nel film “Comedians” di Gabriele Salvatores. Com’è stato lavorare con lui?
Ancora non si sa quando potrete vederlo. È stato bellissimo lavorare con lui, essendo un regista premio Oscar si percepisce il suo spessore nel modo di lavorare. È stata un’esperienza magica. Ho una piccola parte, ma è stato indimenticabile. Spero di avere l’occasione di lavorarci ancora insieme, magari interpretando un ruolo più grande. Ci siamo trovati molto bene, poi chissà…
Altro progetto in cantiere è “Non mi lasciare”. Ci sono novità a riguardo?
Non posso dire tantissimo. Il regista è Ciro Visco, è girata a Venezia, si tratta di una serie crime ma non posso spoilerare nulla sul mio personaggio.
Spesso nella recitazione ci sono incontri che cambiano la vita. C’è stato un incontro che ti ha cambiato la vita nel tuo lavoro?
Sicuramente quello con la mia agenzia. Venivo da Udine e non avevo praticamente esperienza. Avevo fatto tanto teatro, però niente sul grande o sul piccolo schermo. Grazie a loro ho cominciato a fare provini e a lavorare in questo meraviglioso mondo.
Che ricordi hai di “Di Padre in figlia”, il tuo primo set?
La prima scena che ho girato era assieme a Cristiana Capotondi e dovevo nuotare dentro un fiume. Non sono molto brava a nuotare, l’acqua era gelida, essendo novembre, e dovevo far finta che fosse calda! Poi, pian piano ce l’ho fatta. È stata un’esperienza da ricordare anche questa. Ho avuto la possibilità di andare in Brasile e ricordo con molto affetto questo set.
Tu sei stata diretta anche dai fratelli D’Innocenzo ne “La terra dell’abbastanza”, nonostante nel film non si veda la tua scena. Che ricordi hai di questo lavoro?
È stato molto bello lavorare con loro, con intensità, qualità, precisione e profondità. È stato un set molto poetico e credo che conoscere i registi ti faccia capire quello che poi sarà il set. Una buona guida porta a un bel lavoro, così come è stato fatto in “Tutta colpa di Freud”.
Quali sono le altre esperienze a cui sei più legata e perché?
Sono molto legata al video de “La ragazza con il cuore di latta”, canzone di Irama che mi ha permesso di andare sul palco dell’Ariston a Sanremo 2019. Essendo un video musicale, dovevo comunicare tutto tramite lo sguardo e l’espressività. È stato molto impegnativo perché dovevo trasmettere ciò che sentivo e comunicarlo a chi guardava il video. È stato molto apprezzato e ho ricevuto tantissimi messaggi d’affetto di tantissime ragazze che ne sono rimaste colpite.
Altri progetti che vorresti presentarci?
Attualmente sto registrando anche il mio primo album dal momento che scrivo canzoni e canto.
Come riesci a conciliare la passione per il canto con quella della recitazione?
Sono due passioni che coltivo da quando ero piccola. Trovo che siano due mondi molto diversi ma allo stesso tempo molto simili. Sogno di fare un musical tipo “Hair”, “La La Land” o i grandi musical del passato.
C’è qualche altro aneddoto che vorresti condividere con i nostri lettori?
Il primo giorno della mia prima serie non sapevo nulla di questo mondo. Ero stata convocata per le prove costume, avendo visto una fila lunghissima, mi sono messa in coda. Nel frattempo la produzione mi chiamava dicendomi che mi stavano aspettando da mezzora. Non mi ero accorda di essere in fila con le comparse!
Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Spero attraverso il mio lavoro di comunicare con il pubblico e che il nostro messaggio riesca ad arrivare a chi ci guarda. Quando ero piccola, quando guardavo i film mi insegnavano tante cose e mi facevano sognare e fantasticare. La voce dello schermo è un’esperienza di vita che ti lascia veramente tanto, al punto da credere di esserne all’interno.
Di Francesco Sciortino