Murder Mystery, disponibile su Netflix dal 14 giugno, è l’ultima fatica di Adam Sandler, tornato sulle scene dopo un seppur breve hiatus, che gli ha permesso di riprendersi dalle sconfitte subite dai suoi precedenti lavori (ad eccezione di The Meyerovitz Stories: New and Selected), che non solo non furono apprezzati dalla critica, che da sempre tende a condannare Sandler al fondo classifica, ma nemmeno tanto ben voluti dal pubblico, che al contrario dimostra grande affetto per la sua comicità semplice e a volte piuttosto banale.
Murder Mystery è la storia di una coppia, lui poliziotto, lei parrucchiera, sposati da 15 anni, che decide di partire per la tanto attesa (da lei) luna di miele e si ritroverà a fare i conti con omicidi e intrighi, prima a bordo di un lussuoso yacht e successivamente in giro per l’Europa.
Gli amanti del genere giallo, in particolare il sottogenere dello “whodunit”, riconosceranno sicuramente gli elementi che hanno influenzato questa pellicola, a partire da Cluedo (1985) e il suo umorismo informale, sopra le righe, quasi ridicolo in alcuni punti, passando per Assassinio Sull’Orient Express (1974) con il suo mistero a porte chiuse e un circolo di sospettati piuttosto ristretto, finendo con Dieci Piccoli Indiani (1945) da cui ha preso in prestito l’espediente della convocazione di un gruppo di persone in un luogo dove si consumerà un delitto.
I dialoghi sono piuttosto divertenti, più di una volta lo spettatore si troverà a ridacchiare o sorridere sotto i baffi perchè sebbene non sia una comicità d’elite, ricercata e intelligente, è una comicità che tutti capiscono e in cui tutti si rivedono. Non dover aver a che fare con battute a sfondo sessuale per più di un minuto è decisamente una boccata d’aria fresca di questi tempi. La coppia Sandler (Nick Spitz)/ Jennifer Aniston, che interpreta la moglie Audrey, è ormai collaudata e la loro chimica funziona, rendendo le improbabili dinamiche in cui sono coinvolti i personaggi fresche e piacevoli da seguire.
I personaggi secondari peccano invece di personalità, non gli viene dato il giusto spazio e rimangono sullo sfondo per buona parte della pellicola. Il personaggio di Luke Evans, Charles Cavendish, presentato quasi come uno dei protagonisti, sparisce completamente nella prima mezz’ora, e viene a stento menzionato nei minuti successivi. Anche gli altri, seppur potenzialmente interessanti, vengono un po’ accantonati per dare spazio alle pazze vicende degli Spitz. Questo fa sì che l’interesse verso il mistero da risolvere vada scemando, poiché il pubblico è più interessato a vedere in che guai si caccerà la coppia più che nella risoluzione dell’enigma.
Enigma che, ad essere sinceri, non presenta particolari elementi di interesse fin dall’inizio, è anzi piuttosto prevedibile ed elementare, ma il focus puntato sul rapporto tra moglie e marito fa quasi credere che in realtà l’arcano sia stato messo in piedi per far in un certo senso riconciliare i due.
Murder Mystery è sicuramente un film godibile, giusto per l’estate, dove tutti si ha bisogno di staccare la spina e farsi quattro risate in compagnia.
Il vero mistero però rimane lo stesso: che Adam Sandler sia tornato allo splendore di un tempo? Sebbene Rotten Tomatoes, uno dei più celebri siti aggregatori di recensioni, gli abbia affibbiato un mediocre 45%, Murder Mystery continua a spopolare sulla piattaforma, risultando il contenuto più visto da ben 30 milioni di account.
Di Elvira Bianchi