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Intervista a Elena Di Cioccio: “Al cinema con il sorriso nel nuovo film di Luca Calvani” L'attrice e conduttrice presenta "Il cacio con le pere", film che segna il debutto alla regia di Luca Calvani.

Mar 9, 2023

Oggi, giovedì 9 marzo, esce nelle sale “Il cacio con le pere”, film che segna il debutto alla regia di Luca Calvani. La commedia racconta le vicissitudini di due fratelli con divergenze che hanno intrapreso strade diverse e che, a causa di nuove dinamiche familiari, sono costretti a riavvicinarsi. Tra gli attori protagonisti troviamo lo stesso Calvani, Francesco Ciampi, Elena Di Cioccio, Anna Safroncik, e Geppi Cucciari. Il film vanta anche la prestigiosa collaborazione della costumista Joanna Johnston, candidata all’Oscar due volte ai migliori costumi. Su “La voce dello schermo” abbiamo intervistato Elena Di Cioccio, nota attrice e conduttrice, che nella serie interpreta Barbara, una cassiera sui generis. Elena ci ha parlato del film, del lavoro minuzioso fatto durante la creazione del proprio personaggio e ci ha confidato alcuni interessanti aspetti del proprio lavoro e della propria brillante carriera. A voi.

Salve Elena. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Dal 9 marzo ti vedremo ne “Il Cacio con le pere”, film che segna il debutto alla regia per Luca Calvani. Presentaci un po’ il film…

Salve a tutti, grazie. “Il cacio con le pere” è una commedia corale romantica, classico del cinema italiano ma soprattutto di quello americano, da cui attinge un po’ Luca (Calvani ndr). È una pellicola indipendente, con un cast particolare. È un film molto divertente, frizzante, leggero ed è ambientato in Toscana, che fa da cornice al film e che diventa un altro protagonista del film. Racconta la storia di due fratelli, molto diversi tra loro. Il primo è un attore che sta attraversando una fase di declino, torna al paese d’origine e ritrova il secondo, che è sempre rimasto nel proprio paese e vive ancora con la zia. I due non si amano particolarmente e una serie di vicissitudini li porteranno a dover convivere con un testamento bizzarro a cui devono far fronte. Ogni personaggio della storia aiuta lo sviluppo narrativo.

Parliamo di Barbara, il tuo personaggio. Quali aspetti ti hanno colpito maggiormente di lei?

Rappresenta quasi la famiglia del protagonista, essendo il film ambientato in un piccolo paese in cui si conoscono tutti gli abitanti. Barbara è la cassiera del supermercato dove lavora anche Fosco ed è molto impicciona, molto diretta e non ha peli sulla lingua. La sua principale attività è conoscere la vita di tutti, è molto simpatica, divertente e molto prorompente. È un bel personaggio e, come tutti gli altri del film, possiede una ferita nascosta che nel finale trova una soluzione. Mi è piaciuto lavorare su di lei perché riesce a fare tutto con successo. Il suo modo di essere, verace e schietta, ha sempre un fondo affettuoso ed è una di quelle persone che molte cose non le dice, ma le fa capire attraverso i gesti. È stato molto bello costruirla, perché è stato fatto un lavoro minuzioso su di lei, anche grazie all’aiuto della costumista, Joanna Johnston. È la vera superstar del film e, come sapete, ha lavorato anche con Zemeckis e Spielberg. Il personaggio è nato anche attraverso la costruzione del suo costume e della sua gestualità. Una delle sue caratteristiche è il masticare la chewing-gum ed è stata un’invenzione di Joanna. È stato molto interessante lavorare su questo aspetto.

Com’è stato essere diretta da Luca Calvani?

È stato molto bello e lui è straordinario. Avendo recitato in diversi progetti americani, ha fatto tesoro della sua esperienza e ha portato ciò che ha appreso nei suoi precedenti lavori. È riuscito a realizzare questo film indipendente e non è mai semplice, avendo un budget e un tempo limitato. Ha fatto l’impossibile, dirigendo e, allo stesso tempo, interpretando anche il protagonista. Ha permesso a tutti noi di dare il meglio, regalando tanto di noi ai personaggi. Andava a letto per ultimo e si svegliava il primo. È stata una bellissima esperienza e un bel lavoro di squadra. È un film carinissimo, divertente, ti fa ridere e commuovere.

Durante la tua carriera ti sei spesso divisa tra recitazione e conduzione, come sei riuscita a conciliare questi due mondi?

Nasco come attrice e penso che nel mio lavoro ci sia tutto. Tutto quello che mi circonda è come un gigantesco palcoscenico e non penso cambi tanto tra il recitare e il condurre, dal momento che entrambi questi mondi vivono un rapporto di relazione: la conduzione con il pubblico e la recitazione con un personaggio. Ho sempre voluto recitare, sin da piccola, e mi è sempre venuto naturale. La narrazione per me è fondamentale, perché racconta l’uomo, la persona e i sentimenti. L’arte attoriale prevede tante cose: saper cantare, saper suonare, saper interagire, sapersi muovere, saper stare zitti ad ascoltare. È una forma di relazione ed è come un gioco. Sia in inglese che in francese per indicare il ruolo interpretato vengono utilizzati i verbi “jouer” e “to play”, perché di fatto recitare è un gioco, che ti porta a entrare nell’azione con qualche cosa, nella tua forma o nella forma che assumi. Il gioco è “cosa succede se…”.

Quali sono state secondo te le tappe lavorative più importanti della tua carriera?

Ho apprezzato tutti i ruoli che ho fatto, non ho una collezione di piedistalli ma possiedo una collezione di scarpe comode che ho indossato e ho sempre lo sguardo rivolto verso il futuro. I personaggi interpretati sono tutte figlie mie e sono un pezzo della mia vita.

Qual è stata la cosa più curiosa che ti sia mai capitata su un set?

Nel “Cacio con le pere” abbiamo girato una scena notturna, con -2 gradi. Tra un ciak e un altro la nostra preoccupazione era non morire di freddo, ma nel film non abbiamo fatto percepire nulla. Durante ogni sosta eravamo pronti a prendere le coperte per riscaldarci come se fossimo naufragati su un iceberg.

Se potessi rubare un ruolo a una tua collega, quale sceglieresti?

Mi sarebbe piaciuto far parte di “Call my agent”, non un ruolo specifico, ma far parte di questa serie che trovo molto divertente. Ho amato quella francese e mi sarebbe piaciuto far parte della versione italiana.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

È il pianeta della meraviglia, della fantasia, della possibilità. Andare al cinema è vivere il sogno di qualcuno e farne parte. È una magia, c’è qualcosa che non esiste, che è stato fatto e tu ci credi.

 

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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