Si sta svolgendo, in questi giorni, la 76a edizione del Festival di Cannes. Quest’anno, tra i 21 candidati alla Palma d’oro ci sono tre film italiani, ovvero “Il Sol Dell’Avvenire” di Nanni Moretti, “La Chimera” di Alice Rohrwacher e “Rapito” di Marco Bellocchio. Mercoledì 24 maggio sarà il giorno in cui sarà proiettato “Il Sol Dell’Avvenire” e c’è grande attesa su come il film sarà accolto in un festival che ha dato tante soddisfazioni a Moretti. Abbiamo intervistato per l’occasione Giuseppe Scoditti che ha raccontato del suo interessante incontro con Nanni Moretti, che ha portato il regista a riscrivere un ruolo appositamente per lui. Giuseppe ha inoltre confidato come stia vivendo l’attesa che lo separa da uno dei Red Carpet più importanti del cinema mondiale e ci ha parlato della sua esperienza in “Bar Stella”, in cui vediamo tutta la sua verve comica, e di altri singolari aspetti del suo lavoro. A voi.
Salve Giuseppe, benvenuto su “La voce dello schermo”. Ti stiamo vedendo al cinema ne “Il Sol Dell’Avvenire”. Quali aspetti ti hanno colpito di questo set e del tuo personaggio?
Salve a tutti, grazie. Ho trovato un set di grandissimi professionisti e una produzione importantissima. Abbiamo avuto la possibilità di girare molti ciak e di andare molto bene in profondità. È stata per me un’occasione prelibata. Mi sono divertito a fare questo personaggio, che Nanni ha scritto appositamente per me, e l’ho arricchito con alcune battute mie. Era molto scritto sulle mie corde e mi sono divertito tantissimo.
Com’è stato lavorare con Nanni Moretti?
È stato fantastico e l’esperienza più importante della mia vita sia dal punto di vista lavorativo che umano. Nanni ha confermato le mie aspettative su di lui, essendo un grande fan dei suoi film. Sul set c’era grande serietà ma allo stesso tempo si percepiva la sua voglia di divertirsi. Giocava sul set, con grande professionalità e serietà.
Parlaci del fatidico incontro che ha portato Nanni a riscrivere il tuo ruolo…
Nanni aveva scritto la sceneggiatura e cercava gli attori. Quando ho saputo che stava facendo i provini per questo film sono letteralmente impazzito, ho chiamato la mia agente, Donatella Franciosi, per chiederle se c’era la possibilità di fare un provino. Dopo qualche giorno è riuscita a farmi fare un video di presentazione e lui mi ha chiamato per provare, inizialmente orientato verso il personaggio dell’aiuto regista del protagonista. A un certo punto, avrebbe voluto mettermi nel film ma, non essendoci un ruolo adatto, ne ha scritto un altro appositamente per includermi nel film. È stato un miracolo.
Pronto per Cannes?
Prontissimo, ho due abiti diversi, uno per il Red Carpet e uno per la conferenza stampa. Sono ancora indeciso se andare con la barba o senza!
Che stati d’animo stai provando in questo momento?
Non ho ben realizzato ancora in realtà. È una cosa talmente grande da non fammi percepire realmente cosa stia accadendo. Non so come rispondere perché mai mi sarei immaginato nella vita di andare con un film di Nanni Moretti sul Red Carpet a Cannes. È un’emozione enorme, gigantesca e un po’ come quando arriva un figlio e ti senti spaesato. I francesi amano il cinema di Nanni e lui è un veterano e un buon padrone di casa a Cannes. Ci sarà la standing ovation? Vedremo… Per scaramanzia, essendo anche una gara, non voglio dire altro.
Cosa significa, da un punto di vista egoistico, per un attore recitare in un film in concorso a questo Festival?
È un’occasione di grande visibilità che va sfruttata al massimo. Ad esempio, se dovessi vedere Wes Anderson andrei da lui a dirgli: “May I introduce myself? My name is Giuseppe Scoditti”. Se sei un attore e fai parte di un film che va a Cannes te la devi giocare molto bene. Allo stesso tempo non credo molto nella mondanità di questo lavoro, credo che la cultura, la sostanza e la preparazione e l’umanità di un artista siano più importanti, ma occasioni come queste sono comunque delle vetrine e dei modi per farsi conoscere.
Ti stiamo vedendo anche in “Bar Stella”. Che stimoli dà a un attore cimentarsi in un programma televisivo?
“Bar Stella” rappresenta un bellissimo allenamento perché scriviamo le puntate in un giorno e con un ritmo diverso rispetto al cinema. L’attore deve trasformarsi in un autore e deve essere in grado di modellarsi velocemente sia con quello che dice che con come lo dice. Mi piacciono molto gli attori trasversali che nella storia siano passati dal cinema alla televisione o al teatro e a cambiare registro. È un aspetto che molto la differenza. È diverso rispetto al cinema ma è molto stimolante.
Delle altre esperienze di cui hai fatto parte quali ti sono rimaste nel cuore e perché?
“Contenuti Zero” è un gruppo di attori e musicisti di cui faccio parte da tempo e con cui facciamo dei live fuori di testa. Ogni esperienza con loro è esilarante. Inoltre, sono molto affezionato e sono “1 e 95” e “Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa”.
Hai uno stile orientato verso la commedia, ti piacerebbe cimentarti in un progetto drammatico?
Mi piacerebbe tantissimo e non vedo l’ora che qualcuno me lo proponga. Essendo un attore spero di poter essere all’altezza di interpretare qualcosa di più drammatico. Mi piacciono tantissimo gli attori comici che si cimentano in progetti diversi. Sarebbe una sfida bellissima.
C’è una tipologia di ruolo che vorresti esplorare?
Mi piacciono tanto la scienza e l’universo. Mi piacerebbe interpretare uno scienziato che scopre una verità drammatica, ad esempio che ha capito che la Terra finirà tra un centinaio di anni e che deve convincere gli altri a smetterla di inquinare il pianeta. Ma non deve essere un film apocalittico, perché non si deve vedere una catastrofe nel film, ma mi piacerebbe interpretare un uomo che ha la responsabilità di avvisare il mondo riguardo una sconvolgente verità.
Se potessi rubare un ruolo a un tuo collega, quale sceglieresti?
Ruberei il ruolo di Cossiga in “Esterno Notte”, interpretato da Fausto Russo Alesi, perché è un personaggio completamente opposto a me e mi ha colpito come Bellocchio lo abbia rappresentato.
Questo portale si intitola “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Significa riconoscere il fatto che il cinema è nettamente superiore rispetto a tutti gli altri tipi di schermi. Il cinema ha una voce potentissima e non c’è niente di più bello per me sapere che una sera posso andare in questo luogo, dove c’è uno schermo immenso, e spegnere i pensieri e lasciarmi avvolgere dalla voce di questo schermo.
Di Francesco Sciortino