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Bradley Cooper: dalle notti da leone a quelle da Oscar Ripercorriamo la straordinaria ascesa di Bradley Cooper.

Gen 29, 2019

Tra meno di un mese si terrà la 91esima edizione della notte degli Oscar e chiaramente c’è grande curiosità su quali saranno le scelte dell’Academy. Grande successo ha avuto “A star is born”, che segna il debutto alla regia di Bradley Cooper e che ha ricevuto la bellezza di 8 candidature agli ambiti premi. Alla luce di ciò, è doveroso soffermarsi sul percorso della star, che è di fatto diventato un nome ricorrente alla corsa agli Oscar. Dai lontani esordi in serie come “Sex & the city”, “Alias” e “Nip & Tuck” ne è passato di tempo e probabilmente in pochi se ne ricorderanno ancora oggi. Ma ciò che colpisce maggiormente è la maturazione che ha subito l’attore, passato dall’essere il simpatico Phil di “Una notte da leoni” al tormentato Jackson Maine di “A star is born”.

Dopo “Una notte da leoni”, Cooper ha fatto parte di film importanti e gradevoli come “Limitless” e “The Words”. Un altro passo avanti per la sua carriera di attore è stato “Il lato positivo”, al fianco di Jennifer Lawrence. In occasione degli Oscar 2013, Cooper ricevette, infatti, la nomination per l’interpretazione nei panni di Pat Solitano, un personaggio però, secondo l’Academy, non abbastanza forte da permettergli di strappare la statuetta a Daniel Day-Lewis per il suo ruolo in “Lincoln”. Archiviato il lato positivo dell’aver fatto parte di un film di valore, il buon Bradley ci riprova l’anno seguente con l’interpretazione in “American Hustle” e riceve una nuova candidatura agli Oscar del 2014 come attore non protagonista. Purtroppo per lui, anche in questa occasione, un ruolo più impegnativo, quello interpretato da Jared Leto in “Dallas Buyers Club”, non gli permette di raggiungere la tanto sognata statuetta. Passano gli anni e Cooper si conferma un cecchino implacabile per quanto riguarda la nomination ai premi dell’Academy Award. Gli Oscar del 2015 vedono ancora una volta, infatti, il suo nome tra i candidati per “American Sniper” ma la concorrenza si fa agguerrita. Tra i pretendenti alla statuetta d’oro ci sono anche Eddie Redmayne per “La teoria del tutto”, Benedict Cumberbatch per “The Imitation Game”, Michael Keaton per “Birdman” e Steve Carell per “Foxcatcher – Una storia americana”. La spunterà Eddie Redmayne per il suo Stephen Hawking. Dopo questa interpretazione non si registrano performance memorabili se non apparizioni in “Joy” e in “Trafficanti” e quella nei panni da protagonista ne “Il sapore del successo”, anche se si trattava più di ordinaria amministrazione prima del ritorno in grande stile di quest’anno.

Tornando ad “A star is born”, il personaggio di Jackson Maine è infatti complicato da interpretare: un cantante con un passato che lo tormenta e con problemi di salute, alcol e droga che non gli permettono di condurre una vita serena. Nonostante ciò, riesce ad innamorarsi di Ally Campana (Lady Gaga), a scoprirla artisticamente e ad infonderle il coraggio di imporsi nel mondo della musica. La parabola discendente di Maine coincide con quella ascendente della ragazza. “A star is born” racconta di un amore non troppo sdolcinato, ma fatto da quelle sfumature dolci e amare che possono sorgere in un rapporto, di un amore fatto di devozione reciproca, che a volte pesa sulle scelte della vita dell’altro e che arriva al punto di sacrificare sé stessi per il bene dell’altra persona. Ciò che colpisce è la delicatezza con cui Cooper firma la regia al suo esordio dietro la macchina da presa. Senza contare l’azzeccatissima scelta di Lady Gaga come attrice protagonista, anche lei candidata agli Oscar e apprezzatissima dalla critica e dal pubblico. Ma non è finita qui, nella pellicola Cooper si è cimentato anche nel canto, esibendosi nell’ormai famosissima “Shallow”. “A star is born” ha chiaramente consacrato Cooper tra i grandi di Hollywood. Non che prima fosse un attore qualunque, ma sicuramente ha segnato il suo completamento e l’ulteriore dimostrazione di trovarsi di fronte ad un artista incredibile, capace di recitare, dirigere e cantare nello stesso tempo. L’attore è anche tra i protagonisti di “The Mule”, l’attesissimo film in uscita in Italia a febbraio con e di Clint Eastwood.

Tuttavia, anche quest’anno pare improbabile una vittoria da parte di Bradley Cooper della statuetta più desiderata di Hollywood, dal momento che dovrà contendersela, nella categoria “Miglior attore protagonista”, con un Christian Bale irriconoscibile in “Vice” e uno straordinario Rami Malek in “Bohemian Rhapsody”. Difficile anche la vittoria nella categoria “Miglior film”, in cui deve fare i conti con il favoritissimo “Roma” di Alfonso Cuarón, con “The Favourite” di Yorgos Lanthimos e con “Green Book” di Peter Farrelly, pellicole più congeniali ai gusti dell’Academy. Tuttavia “A star is born” riceverà sicuramente qualche statuetta agli Oscar, probabilmente come miglior sonoro e come migliore canzone originale. Nonostante tutto, è chiaro che Bradley Cooper meriterebbe qualche riconoscimento più prestigioso, dal momento che ha saputo trasformare le notti da leone fatte di sbronze in vere e proprie notti da Oscar.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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