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Intervista a Michael Schermi: “Vi presento il mio Aranth. ‘Il Primo Re’ un cambiamento per il cinema italiano” L’attore si racconta descrivendo il personaggio interpretato nell’attesissimo film di Matteo Rovere

Feb 2, 2019

È nelle sale “Il primo Re”, film di Matteo Rovere che ripercorre la leggenda che ruota attorno alla fondazione di Roma e presentato come un vero e proprio kolossal del cinema italiano. Il film ha per protagonisti Alessio Lapice e Alessandro Borghi, rispettivamente nei panni di Romolo e Remo, e Michael Schermi in quelli del guerriero Aranth. È stato proprio Schermi a raccontarsi su La voce dello schermo, confidando delle difficoltà che ha presentato girare un film del genere e ripercorrendo i momenti più significativi della sua carriera di attore.

 

Salve Michael, benvenuto su “La voce dello schermo”. Dal 31 ti vedremo al cinema ne “Il primo Re”. Presentaci il tuo personaggio e cosa ti è piaciuto di più di questa esperienza…

Salve a tutti. “Il Primo Re” parla della fondazione di Roma, è una sintesi cinematografica di questo mito, del viaggio leggendario di due fratelli, Romolo e Remo, e del rapporto tra uomo e spiritualità. Nel film io sono Aranth: un guerriero che affianca i due protagonisti in questo viaggio. C’è stata una lunga preparazione prima dell’inizio delle riprese: abbiamo imparato a combattere, ad usare le armi che si usavano a quei tempi. Gli stunt di EA STUNTS sono stati una risorsa indispensabile a questa preparazione per noi attori e per il film stesso.
Si è lentamente creato un gruppo coeso, affiatato, appassionato. Tutto questo tempo passato insieme, la fatica di girare al freddo, mezzi nudi, la condivisione di sogni e delusioni, il confronto quotidiano: tutto questo ha aiutato e credo che questo affiatamento si senta nel film.

C’è grande attesa attorno all’uscita di questo film, presentato come un vero e proprio Kolossal. Pensi che “Il primo Re” rappresenti una svolta per il cinema italiano? Perché?

Non credo che esistano svolte repentine, credo che si respiri un’aria nuova già da qualche tempo e che Matteo sia stato intelligente e coraggioso a proporre un film così ambizioso proprio adesso. È un film estremamente italiano ma che guarda all’estero, che parla della nostra storia ma allo stesso tempo parla di integrazione e di apertura. E a tutto questo aggiungici l’intrattenimento, quello puro, di qualità, che fino a poco fa sembrava un’esclusiva dei film provenienti da oltreoceano.

Com’è stato recitare in proto-latino?

Utile. Necessario direi. Sia per noi attori, per scrollarci di dosso la vita iper-connessa che in qualche modo viviamo tutti, sia per gli spettatori, che verranno catapultati in un altro tempo anche grazie alla lingua.

Quali sono le altre esperienze sul grande e piccolo schermo a cui sei più legato e perché?

La mia prima volta sul set è stata nel 2006, ho fatto un piccolissimo ruolo in “Notte Prima Degli Esami”: ero Tracina, questo tipo con dei capelli assurdi che spacciava i temi della maturità. A quei tempi avevo il mito del cinema americano, di James Dean, di Marlon Brando. Quando mi sono visto al cinema che dicevo “State manzi” al gruppetto dei protagonisti mi sono terribilmente depresso: non avevo debuttato in un film come “Il Selvaggio” o “Un Tram Chiamato Desiderio”! Adesso penso a quei giorni con enorme tenerezza e divertimento e poi quel film è una bomba, è stato un debutto di tutto rispetto.
E poi l’esperienza dello scorso anno in “Trust”, dove ho fatto un piccolo ruolo. Non la dimenticherò mai perché ho avuto l’opportunità di lavorare con Danny Boyle, uno dei miei miti di sempre. Abbiamo passato qualche giorno insieme e si è dimostrata una delle persone più curiose, umili, appassionate ed intelligenti che io abbia mai conosciuto.

Hai fatto anche molto teatro. Quali sono gli aspetti che ami di più di questo mondo e cosa pensi della situazione attuale del teatro?

Il tempo che si ha per costruire un personaggio in teatro è molto raro averlo nel cinema. E poi, dopo il debutto, scopri che il tuo lavoro continua ad evolvere. È un processo incredibile, che si ciba di umanità, della tua e quella del pubblico che viene a vederti.
L’Italia è fatta di tante realtà e non posso parlarti con cognizione di causa di tutto il panorama teatrale italiano. Posso però dire che a Roma c’è un fermento palpabile ed un bisogno di creatività, di fare ricerca, di trovare nuovi spazi. Posti come Fivizzano27, Carrozzerie Not e l’Angelo Mai sono diventati dei punti di riferimento per attori, drammaturghi e registi, ma anche per gli spettatori che hanno fame di un teatro che sia al tempo stesso contemporaneo e di qualità. Penso che sia un momento molto interessante.

Potendo scegliere un ruolo, in una serie tv o film attuale, quale ti piacerebbe interpretare?

Dei personaggi mi interessa la complessità, la tridimensionalità. Mi piacciono quando sono portatori di verità e di contrasti. Se poi a dirigerli c’è un regista che ha una visione forte ed ambiziosa, allora bingo. Brando De Sica è uno di questi. È uno dei miei migliori amici, ma amicizia a parte lo considero davvero un regista eccezionale. Abbiamo lavorato già insieme e non vedo l’ora che succeda di nuovo.

Dove ti vedremo prossimamente? Hai qualche altro progetto da presentarci?

Ho diversi progetti in ballo, sia per il cinema che per la televisione. Per scaramanzia non vi dico nulla. E poi sto imparando le regole della sceneggiatura, sto dedicando molto tempo alla scrittura, sto imparando ad essere creativo con costanza. Sono stato fortunato ad incontrare dei mentori preziosi che mi hanno riconosciuto, aiutato e sostenuto e che mi hanno aiutato a credere che posso essere un bravo attore e allo stesso tempo diventare un bravo sceneggiatore. Ci sto lavorando su, sono serio.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Significa, come minimo, avere le luci spente e avere un impianto audio 5.1.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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