“Brennero” ha fatto il proprio debutto lunedì 16 settembre, convincendo il pubblico di Rai 1 e la critica. Con la sua particolare ambientazione e una storia intrigante, la serie diretta dal duo Marengo e Bonito, prodotta da Cross Productions e con protagonisti Elena Radonicich e Matteo Martari ha portato una ventata di aria fresca alle nostre televisioni e promette di continuare a sorprendere il suo pubblico.
Abbiamo intervistato, in occasione della seconda puntata, Anita Zagaria che nella serie interpreta Luisa Lopez. L’attrice ha parlato del suo personaggio, raccontando gli aspetti che ha trovato interessanti di “Brennero” e di cosa la renda unica rispetto altri prodotti televisivi. Anita ha anche ricordato le esperienze lavorative al fianco di due premi Oscar come Ben Kingsley e Christoph Waltz e altri interessanti retroscena della propria carriera. A voi…
Salve Anita, benvenuta su “La voce dello schermo”. Partiamo da Luisa Lopez in “Brennero”. Quali corde ti ha permesso di toccare questo personaggio?
Salve a tutti, grazie. Luisa è una donna che appare molto decisa, trattenuta sui sentimenti, che dà direttive, impartisce ordini ed è un ruolo che difficilmente si vede in giro. Mentre a volte può capitare di interpretare personaggi che giocano più a livello emotivo, in “Brennero” ho avuto la possibilità di cambiare e di toccare corde più distanti da me. Non posso sbilanciarmi molto per non dare anticipazioni, ma la serie è interessante perché offre delle verità che non sai mai se effettivamente si riveleranno tali e i molti personaggi riescono a muoversi attorno a dell’ambiguità.
Lo stile e l’ambientazione rendono la serie un prodotto innovativo. Cosa hai trovato di inedito in questa serie?
Stile, ambientazione e fotografia rimandano più a serie europee, con toni più dark e cupi. In “Brennero” non puoi distrarti un attimo, perché ha una storia inusuale e complessa dietro, è molto raffinata e curata nei minimi dettagli. I due registi, Davide Marengo e Giuseppe Bonito, sono bravissimi, con un approccio interessante e che ti fa capire sin da subito la particolarità del prodotto che ti troverai di fronte. È stato bello, inoltre, recitare con Elena Radonicich, che reputo una persona molto carina e una bravissima attrice.
A proposito di serie straniere, in passato hai avuto la possibilità di confrontarti con la serialità internazionale…
Sì, durante la mia carriera ho lavorato in diverse produzioni inglesi e tedesche. Ricordo “Der Bergdoktor”, arrivato in Italia con il titolo “Un dottore tra le nuvole”, in cui avevo un ruolo da co-protagonista ed è stata un’esperienza molto interessante per me. Invece, in terra britannica, ho avuto la possibilità di recitare in “The Gravy Train”, con il premio Oscar Christoph Waltz ed è stato un privilegio.
Quali sono state le ‘spalle’ con cui hai recitato che ti sono rimaste nel cuore?
Recitare accanto a Waltz nella serie che citavo prima o a Ben Kingsley in “Mosé”, in cui interpretavo Iochebed, è stato davvero emozionante. Quello della mamma è sempre stato un ruolo che mi ha accompagnato sin da sempre! (ride ndr.) Ho interpretato la mamma di Kingsley, di Castellitto in versione Padre Pio, di Patrick Dempsey in “Geremia il profeta”. Sono stati banchi di prova importanti per me, confrontarmi con grandi professionisti e ricevere i loro complimenti mi ha riempito d’orgoglio.
Tra gli italiani, con chi è stato particolarmente appagante recitare?
In Italia, sempre interpretando la mamma, mi è capitato per quattro volte di fare quella di Elio Germano e lavorare con lui è sempre molto interessante. Conosciamo tutti la sua bravura ed è un fuoriclasse. Ma non voglio fare un torto agli altri partner italiani.
Un’altra serie in cui ti stiamo vedendo è “I Fratelli Corsaro”. Cosa hai amato di questa esperienza?
Stare a Palermo mi piace molto, Antonia è una mamma con delle caratteristiche brillanti ed è stato bello interpretare una donna siciliana, essendo napoletana. Paolo Briguglia e Giuseppe Fiorello sono una coppia televisiva molto affascinante ed è un piacere recitare con il mio amico Maurizio Marchetti, che è molto divertente. Se si sta bene con gli altri attori diventa tutto più facile e più bello.
Quali sono gli altri ruoli recenti in cui ti abbiamo vista che ti hanno colpita?
Mi è piaciuto molto far parte di “Mina Settembre” perché ho interpretato un’accumulatrice seriale e mi ha messo alla prova portandomi all’interno di una psicologia differente. Ho cercato di dare al personaggio un’evoluzione che non fosse troppo repentina e la regista, Tiziana Aristarco, è stata molto brava a condurmi in questa interpretazione. Inoltre, vedrete presto un bel ruolo che ho fatto nelle nuove puntate de “Il Commissario Ricciardi” e mi è piaciuto tanto.
Se potessi rubare un ruolo a una tua collega, quale sceglieresti?
Mi piacerebbe tanto rubare a Brenda Blethyn il ruolo di Vera. È un personaggio stupendo, se facessero una versione italiana di questa serie sarebbe stupendo: ha delle caratteristiche tipiche di come vengono raccontati spesso protagonisti maschili: è una solitaria, avara e ha tanti aspetti stimolanti per un’attrice.
Come vorresti fossero i ruoli dedicati alle donne nelle nostre serie tv o film?
Sarebbe bello vedere ruoli molto più approfonditi, che rappresentino come si è nella realtà e con tanti aspetti da raccontare. È fondamentale creare personaggi con tantissime sfaccettature.
Se fossi una giornalista, che domanda faresti ad Anita?
Se mi sono mai pentita di aver lasciato passare dei treni che non ho preso. In realtà no, perché non credo all’equazione: ‘successo = felicità’. Credo la vita sia molto più complessa. Ho fatto “Queen of Hearts” con Jon Amiel nel 1989 e mi sono capitate delle occasioni per cui avrei potuto vivere in America. Tuttavia, avevo una bambina di due anni e non me la sono sentita. Ogni tanto mi capita di ripensare alle domande: “Ti sei pentita?” e “Avresti potuto fare di più?”, ma credo di no perché non sono una persona ossessiva rispetto a questo. Ho lavorato molto e mi ritengo molto fortunata.
Questo portale si intitola “La voce dello schermo”, cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Amo “Law & Order”, la ritengo una serie fantastica e so tutto delle leggi americane perché amo rivedere le puntate. Spesso, riguardandole, ascolto queste voci in sottofondo a farmi compagnia, mentre faccio altro, conoscendo già la storia e le puntate. Mi piace sentire quei dialoghi e la voce dello schermo per me è stare in compagnia.
Di Francesco Sciortino