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Intervista a Brando Pacitto: “’Baby 2’ è la stagione delle conseguenze” L’attore presenta la nuova stagione della serie online su Netflix 18 ottobre.

Ott 18, 2019
BABY

La voce dello schermo ha intervistato Brando Pacitto, giovane e ambiziosa star di “Baby” sempre pronto a destreggiarsi in ruoli sempre più complessi. L’abbiamo conosciuto infatti nei panni di Vale in “Braccialetti Rossi”, lo ritroviamo nella serie Netflix come Fabio Fedeli, ragazzo omosessuale tormentato. Ma la carriera di Brando non si limita soltanto a queste due serie molto amate. Ha, infatti, recitato nel film di Gabriele Muccino “L’estate Addosso”, nella serie tv “I Medici” e in tanti altri prodotti di successo. Il giovane attore ha dunque presentato la seconda stagione della serie firmata Netflix, online da venerdì 18 ottobre, anticipando (senza spoiler naturalmente) cosa vedremo nei nuovi episodi e raccontandosi riguardo esperienze passate, la sua vita d’attore e sogni futuri che lo riguardano.

Da venerdì è online su Netflix la seconda stagione di “Baby”. Che Fabio vedremo nei nuovi episodi?

Nel finale della prima stagione abbiamo visto Fabio aprirsi e liberarsi da tutto quello che aveva dentro e che nascondeva. Nei nuovi episodi vedremo come affronterà questa verità nel contesto in cui si trova e soprattutto con il padre. Dovrà fare i conti con le conseguenze provocate dall’avere rivelato il proprio stato d’animo.

La prima stagione è stata più di conoscenza dei personaggi e delle situazioni. Che cambiamento dobbiamo aspettarci dalle nuove puntate?

Ovviamente la prima stagione raccontava più il contesto e come i personaggi arrivino a fare determinate scelte. Nella seconda stagione entreranno nel vivo le scelte di ogni personaggio. Così come Fabio, anche Chiara e Ludovica e tutti i personaggi dovranno affrontare le conseguenze in relazione al tipo di vita che stanno conducendo.

Nonostante siate molto giovani, avete avuto il compito non facile di raccontare una tematica molto delicata, cioè la vita e lo stato d’animo delle baby prostitute dei Parioli. Com’è stato per voi calarvi all’interno di questa realtà?

Essendo ancora molto giovani, non è stato difficile rivivere gli anni adolescenziali, dal momento che ancora conosciamo bene le dinamiche liceali. In più ci siamo dovuti basare sui fatti accaduti dei Parioli e questo aspetto ha aggiunto responsabilità al nostro lavoro.

Alle tematiche delicate sei abituato, vista l’esperienza di anni fa in “Braccialetti Rossi” nei panni di Vale. In cosa pensi di essere cambiato di più rispetto a quegli anni?

Sicuramente ho acquisito molta consapevolezza nei miei mezzi e sono più convinto di cosa voglio fare nella mia vita. In quegli anni ero molto giovane e la vita sul set era ancora una scoperta. Recitare è sempre stato il mio grande amore, ma adesso ho sicuramente più coscienza, più professionalità, più scrupolo e ricerca per raccontare al meglio il personaggio da interpretare.

Che effetto ti ha fatto catapultarti all’interno di una produzione internazionale e in costume come “I Medici”?

È stata un’esperienza incredibile perché non avevo mai fatto ruoli in costume ed è impressionante come siano riusciti a ricostruire l’ambientazione. Abbiamo girato a Montepulciano e a Volterra, che sono state riprodotte com’erano all’epoca ed è stato particolare ritrovarsi tra carri, cavalli e soldati. Quella scenografia ci ha permesso di viaggiare nel tempo e ha fatto sì che ci sentissimo all’interno di quell’epoca.

Al cinema hai lavorato con grandi registi come Gabriele Muccino o Roan Johnson e tanti altri. Cosa hai imparato da ciascuno di loro?

Ogni esperienza ha la sua peculiarità ed è funzionale alla crescita artistica e umana di ogni persona. Ogni regista mostra un approccio nuovo. Sono diversi l’uno dall’altro e hanno un modus operandi del tutto soggettivo. Per quanto belle, faticose e differenti siano le esperienze lavorative, ognuna di loro ti lascia qualcosa di utile per la tua crescita come attore.

Vorresti presentare qualche altro progetto in cui sei coinvolto?

Oltre a “Baby”, sto lavorando molto su me stesso e sto studiando. Ho un progetto di video-arte con un mio amico musicista e mi sto dedicando a diversi videoclip da regista. Sto provando, oltre alla recitazione, a sperimentare il cinema nella sua interezza. Amo le immagini e il cinema e sono un amante dell’audiovisivo a 360° gradi.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Per me ascoltare la voce dello schermo è tutto. Rappresenta sia la voce di chi recita sia il messaggio che ti trasmettono le immagini. Un’immagine parla e, se ha un senso narrativo ed è ben fatta, lascia sempre qualcosa di bello. Viva le immagini!

Di Francesco Sciortino

 

*Foto 1 di Alessandro Pizzi

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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