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Intervista ad Antonio Folletto: “In ‘Shukran’ il valore della vita al di sopra di ogni ideale” L'attore si racconta su "La voce dello schermo" per prepararci al finale di stagione de "I Bastardi di Pizzo Falcone" e presentarci l'ambiziosissimo film 'Shukran', in uscita nel 2024.

Nov 13, 2023

Stasera andrà in onda, su Rai Uno, l’ultima puntata della quarta stagione de “I Bastardi di Pizzo Falcone”. In attesa di capire cosa accadrà nel finale e se ci sarà una quinta stagione, abbiamo ritrovato uno dei protagonisti indiscussi della serie: Antonio Folletto. Abbiamo parlato insieme a lui di alcuni aspetti che riguardano il suo Aragona e di Vincenzo in “Shukran”, ambiziosa e attesissima opera prima di Pietro Malegori, presentata alla Festa del cinema di Roma 2023: Alice nella città e tratta dal libro di Giovanni Terzi.
Antonio ci ha regalato, ancora una volta, un’interessante chiacchierata sugli ultimi progetti che lo riguardano, sugli spunti di riflessione che offre “Shukran” e sulle motivazioni che lo spingono, dopo tanti anni, a interpretare l’abile “inciampatore” Aragona. A voi…

*Foto di Antonio di Mirko Morelli, Total look: Dior. Other Agency.

Salve Antonio. Bentornato su “La voce dello schermo”. Partiamo da “Shukran”, film presentato alla “Festa del cinema di Roma 2023: Alice nella città” e che vedremo prossimamente nelle sale. Presentiamolo un po’ e gli aspetti che ti hanno colpito del tuo personaggio…

Salve a tutti, grazie. “Shukran” racconta la storia di Taher, un cardiochirurgo infantile che opera a Damasco e che, in un determinato momento, si ritrova a dover fare un vero e proprio viaggio per salvare una vita. Lo sfondo del film è la guerra in Siria ma il vero messaggio che vuole lanciare il film è di mettere in primo piano il valore della vita e degli esseri umani a prescindere da ideologie, dalla religione e il credo. Interpreto Vincenzo Arpe, un medico italiano che lavora insieme a Taher. Vincenzo nutre una stima profonda verso Taher e spesso si sente in diritto e in dovere di dargli dei consigli, che saranno importanti per lo sviluppo della trama. È un film che, oltre a concentrarsi sul valore della vita, tratta argomenti importanti come il perdono e la grazia. Sono molto felice di averne fatto parte.

Quali aspetti ti hanno incuriosito maggiormente?

Non mi ero mai trovato ad affrontare delle scene all’interno di una sala operatoria. Ho potuto scoprire dei dettagli fondamentali del lavoro del chirurgo, come ad esempio cosa succede durante le operazioni al cuore. È stato interessante poter osservare la posizione delle mani durante l’intervento o quella degli oggetti. Mi sono reso conto della preparazione e della pressione psicofisica dei chirurghi durante le operazioni, che possono durare tantissime ore e questo film ha accresciuto in me il rispetto, che già avevo, nei confronti dei medici. Ci sono delle persone che vorrebbero andare in qualsiasi parte del Mondo per aiutare qualcuno e, facendo parte di questo film, ho apprezzato ancora di più questo aspetto. Inoltre, è stata un’esperienza che mi ha permesso di lavorare con grandissimi professionisti.

Quando è prevista l’uscita nelle sale?

Dovrebbe uscire nel 2024.

La pellicola è molto ambiziosa, attuale se pensiamo anche ai recenti avvenimenti…

È un film molto ambizioso sì, ma anche coraggioso. È un’opera prima di Pietro Malegori e mi sento di spendere due parole sui produttori Guia Invernizzi Cuminetti ed Emanuele Berardi, oltre che per Angelo Laudisa che cura la parte produttiva francese. Sono due ragazzi giovani che hanno scelto di produrre un film non assolutamente facile. Farei un applauso a questi ragazzi che hanno deciso di credere in un progetto impegnativo e non semplice.

Come hai sottolineato tu stesso mette in primo piano il valore della vita al di sopra di ogni ideale. Secondo te come bisogna fare per svegliare le coscienze su questo argomento?

Onestamente non saprei cosa si potrebbe fare per attirare l’attenzione o per convincere le persone di potere che fatti come quelli che sentiamo negli ultimi tempi non dovrebbero accadere. Non si tratta di schierarsi con l’Ucraina, Russia, Israele o Palestina ma soprattutto di pensare e di riflettere sul fatto che muoiono donne, bambini e uomini per scelte di altri. L’unica cosa che possiamo fare ognuno di noi è di manifestare il nostro disprezzo per queste guerre.

Un altro set a te caro è quello de “I Bastardi di Pizzo Falcone”. Cosa dobbiamo aspettarci dal finale?

Mi ha fatto molto sorridere quanto Aragona sia un abile inciampatore ma, nonostante ciò, riesce sempre a rialzarsi con la propria goffaggine e i suoi modi. Cercherà sempre di fare del suo meglio per essere il “Serpico”, è convinto di avere un fiuto infallibile ma dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. È stato bello esplorare il legame con Pisanelli, con il quale Aragona è ormai diventato una sorta di coppia di fatto. È stata un’esperienza molto bella. Con gli altri membri del cast ci conosciamo ormai da anni, siamo amici e lavorare con attori come Gianfelice Imparato, che considero un maestro, è sempre una grande opportunità di crescita.

Hai avuto la possibilità di vestire i panni di personaggi nel breve e nel lungo periodo. Cosa significa per un attore interpretare un ruolo per tanti anni?

Si crea un grande legame con il personaggio e ti affezioni di più. L’aspetto più interessante è di andare più a fondo nelle dinamiche umane e di conoscere meglio le loro storie e i loro stati d’animo. Ritrovo lo stesso entusiasmo che avevo durante la prima stagione. È accaduto con “I Bastardi di Pizzo Falcone” così come in “A Casa Tutti Bene”, che ho fatto per due stagioni ed è stato un viaggio indimenticabile. Sono molto grato a Gabriele Muccino per avermi affidato il mio ruolo.

Preferisci esplorare un personaggio all’interno di una serie tv o in un film?

Sinceramente, credo dipenda sempre dal progetto che ti trovi di fronte. È importante il viaggio che fai e con chi lo fai. La serialità ti offre la possibilità di girare sempre di più e con tempi più lunghi. Necessita di una coerenza nel tempo, magari a dicembre giri una scena e quella dopo la giri a marzo. Per me il principio è sempre lo stesso: mettersi al servizio della storia e andare a braccetto con il tuo personaggio.

È prevista una terza stagione di “A Casa Tutti Bene”?

È una domanda a cui può rispondere soltanto Gabriele (Muccino ndr.). Non so ancora nulla a riguardo.

Puoi dire qualcosa riguardo i progetti futuri?

Posso dire soltanto che ci sono diverse sorprese e diversi progetti che mi riguardano e non vedo l’ora di vedere e di farvi vedere cosa abbiamo combinato. Adesso mi trovo a Napoli per girare un film che vedrete su Netflix, ma non posso svelare niente.

Se fossi un giornalista che domanda faresti ad Antonio?

Chiederei “Qual è secondo lui la cosa più bella di questo mestiere?” e risponderei che ti dà la possibilità di arrivare a tante persone. Il lavoro da attore si fa con tante persone e con noi stessi. L’opportunità di comunicare non va mai sottovalutata e credo che alla base di tutto questo, almeno per quanto mi riguarda, ci sia sempre l’entusiasmo e l’emozione. Mi auguro sempre di sorprendermi per ciò che accade o deve accadere. Spero che accada la stessa cosa alle persone che scelgono di andare al cinema o di vedere una serie e non dobbiamo mai dimenticarci del pubblico, perché senza di lui non esisterebbe tutto questo.

 

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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