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Intervista a Barbara Ronchi: “Settembre è un film che tocca l’anima con una grazia particolare” L'attrice parla del film diretto da Giulia Louise Steigerwalt e delle tantissime e brillanti interpretazioni che ha regalato al pubblico, da "Mondocane" a "Vostro Onore", da "Io sono Babbo Natale" a "Sulle Nuvole".

Mag 13, 2022

Da una settimana è uscito nelle sale il film “Settembre“, diretto da Giulia Louise Steigerwalt con protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Barbara Ronchi, Thony e Andrea Sartoretti. Il film esplora le relazioni umane dei protagonisti nel momento in cui si rendono conto che la vita che stanno vivendo non è proprio quella che avrebbero voluto. Su “La voce dello schermo” abbiamo avuto il piacere di intervistare Barbara Ronchi, che nel film interpreta Francesca. L’attrice ha analizzato gli aspetti che fanno di “Settembre” un’interessante novità per il cinema italiano, la sua idea di felicità e le qualità che ha amato maggiormente del suo personaggio. Barbara ha, inoltre, parlato delle recenti esperienze in tv e al cinema, come “Mondocane” al fianco di Alessandro Borghi, di “Sulle Nuvole” di Tommaso Paradiso e di “Vostro Onore“. Non poteva mancare, infine, un aneddoto sul compianto Gigi Proietti, con cui ha recitato in “Io sono Babbo Natale” e su “Imma Tataranni“, amatissima fiction in cui la rivedremo prossimamente. Una ricca chiacchierata che ci porta a conoscere meglio Barbara, un’attrice poliedrica in grado di spaziare egregiamente tra i differenti personaggi che ha interpretato. 

*Foto e copertina: Mirko Morelli, Abiti: Ermanno Scervino, Gioielli: Crivelli, Make up : Giovanni Pirri – Simone Belli, Agency Hair stylist: Valeria Barba, Styling : Other Srl Agency, Location: Hotel Villa Pamphili Roma

Salve Barbara. Benvenuta su “La voce dello schermo”. Cominciamo da “Settembre”. Il film esplora nel profondo le relazioni umane. Quali aspetti hai amato di questo progetto e di Francesca?

Salve a tutti. Ho amato la sceneggiatura e l’ho trovata ben scritta, attenta ai particolari. Conoscevo Giulia (Steigerwalt ndr.) come sceneggiatrice e mi aspettavo di trovare una bella sceneggiatura. Non mi aspettavo, invece, di trovare una regista così preparata, attenta alle sfumature dell’anima. Di Francesca ho amato che non avesse le parole per esprimere quello che provava. Lei è cosciente che nella sua vita qualcosa non va e improvvisamente le arriva uno scossone che le permette di trovare il coraggio di fare delle scelte che non aveva mai avuto la forza di fare prima.

Che idea hai tu della felicità?

Per me la felicità arriva a momenti, non è una condizione perenne nella mia vita, però quando me ne accorgo cerco di prolungare il momento il più possibile. So che dura attimi, ma mi aggrappo tanto a quegli attimi.

Cosa condividi con la visione che ha Francesca?

Con Francesca condivido il chiedermi se è questa la vita che avrei voluto. Ci sono dei momenti molto felici per me e altri in cui mi interrogo se sia il caso di cambiare qualcosa, di fermarmi un attimo, di capire cosa mi fa star bene e cosa no. Abbiamo in comune il fatto che entrambe ci interroghiamo molto su come migliorare la nostra vita.

Quali pensi siano gli elementi che attirano lo spettatore alla visione di questo film?

Penso che siano il tono da commedia ma che possiede una grazia particolare. Tocca tanti temi e diverse età. Riguarda gli adolescenti, i ventenni, le donne mature fino ad arrivare a un uomo prossimo alla sessantina. Racconta diverse fasi della vita e ogni spettatore si può ritrovare e affezionarsi alle varie storie.

Di recente ti abbiamo vista anche in “Sulle nuvole”. Com’è stato lavorare con Tommaso Paradiso?

È stato molto bello perché ho trovato un regista molto generoso, attento, con uno sguardo più da spettatore che da regista. Aveva molta energia ed è stato strano perché proviene dal mondo della musica, ma è stato sorprendente l’entusiasmo e la voglia che aveva di fare.

Un altro ruolo in cui ti abbiamo vista di recente è stato “Vostro onore”. Cosa ti è piaciuto di Sara?

Mi è piaciuto molto che avesse fatto della ricerca della giustizia il proprio vessillo. Non so dire cosa sia giusto o sbagliato, non riesco a dare giudizi sui comportamenti degli altri. Mi interessava comprendere di lei come un personaggio possa essere così fermo nella ricerca del vero. Della serie invece ho amato che il protagonista fosse un villain, un personaggio negativo. Anche se agisce per suo figlio, ogni gesto che compie non è giustificabile.

Foto: Mirko Morelli, Abiti: Ermanno Scervino, Gioielli: Crivelli, Make up: Giovanni Pirri – Simone Belli Agency, Hair stylist : Valeria Barba, Styling : Other Srl Agency, Location: Hotel Villa Pamphili Roma

Ci sarà una seconda stagione?

A oggi non sappiamo nulla ma credo anche che fosse un progetto concluso. Mi sembra chiaro il finale, ovvero che il figlio paghi per tutto quello che ha fatto e allo stesso modo il padre ne paga le conseguenze nella vita. Amo le serie che sanno quando fermarsi e secondo me, da spettatrice, è giusto che si fermi qui. Se ci sarà una seconda stagione non lo so, ma la vedo difficile da sviluppare per gli sceneggiatori.

Riguardo “Mondocane” com’è stato condividere il set con Alessandro Borghi?

Per me Alessandro è uno degli attori che stimo di più, non solo perché è un grande attore ma anche perché ha una mentalità che tocca tutti gli aspetti del nostro lavoro. Va a vedere le location quando sta per girare un film, è nella sceneggiatura quando si scrive. Si interessa a tutti i vari step della creazione di un film. Questo aspetto di lui mi ha molto affascinato. Spesso noi attori ci limitiamo a fare gli attori e basta, invece lui possiede questa mentalità produttiva che mi ha aperto un mondo e gli occhi su quanto noi attori dovremmo essere molto più presenti nella realizzazione di un progetto. In questo modo riesci a sentirlo ancora più tuo perché hai visto e hai contribuito alla sua creazione. In “Mondocane” è stato per me un faro.

Che significato ha avuto per te girare a Taranto?

Ha avuto un significato particolare. Abbiamo girato durante il Covid, eravamo in zona rossa, uscivamo poco e con prudenza. Non ho vissuto quindi la città nella sua condizione ideale, però quel periodo mi è bastato per apprezzarla ed per trovarla meravigliosa, con un mare caraibico e una bellezza che ti colpisce. Ti fa male al cuore sapere che è stata contaminata e che i tarantini sono stati abbandonati dallo Stato. Fa molto male e dovremmo riflettere tutti sulla situazione dell’ILVA.

In questi due progetti sei riuscita a tirar fuori un lato più duro di te. Com’è stato far uscire questa parte di te?

In realtà convivo anche con questa parte di me. Possiedo sì una parte dolce, materna e adatta alla commedia però ho anche una parte un po’ più dura. Quando interpreto un ruolo, penso sempre a cosa il mio personaggio deve dare alla storia e non penso mai al tono da utilizzare. Poi quello che viene, viene da solo. Quando c’è una ricerca ostinata, come nel caso di Katia e Sara, probabilmente quella perseveranza richiede una certa durezza. Però entrambi i personaggi hanno punti deboli, anche perché non credo che non siano scalfibili. Tutti hanno una parte fragile. Quello è l’aspetto che mi piace: riuscire a creare una tridimensionalità del personaggio.

“Io sono Babbo Natale” ti ha permesso di cimentarti tra due mostri sacri della recitazione come Gigi Proietti e Marco Giallini. Che ricordi hai di questo set?

È stato molto facile perché lavorando con loro ti rendi conto che sono due persone con cui è facilissimo stare. È stato molto bello fare questo film con loro. Marco è un grande professionista. Gigi un grandissimo artista che aveva la predisposizione a far star bene tutti sul set. Gli piaceva quando la gente rideva con lui, ci raccontava barzellette ed era divertente. È stato un piacere recitare in questo film.

Che legame si è creato, invece, con Diana in “Imma Tataranni”?

Nel momento in cui si iniziò a parlare della fiction, avevo una voglia matta di farne parte. Ero al nono mese di gravidanza quando ho fatto il provino, c’era caldo, era luglio ma era talmente grande la mia stima e la mia amicizia con Vanessa (Scalera ndr.) che non vedevo l’ora di recitare insieme a lei. È stato il punto di partenza per interpretare Diana. Di lei mi piace la sua leggerezza, che sia un’amica fidata su cui poter contare, che ti dice la verità. Mi ha sempre fatto tenerezza e mi diverto tantissimo a interpretarla. “Imma Tataranni” per me è una famiglia. Ci saranno altre quattro puntate da mandare in onda, forse in autunno, e le aspetto tantissimo anche io perché è un bellissimo progetto televisivo che ha portato anche innovazioni al mondo della serialità italiana.

Ci sono aneddoti dal set della tua carriera che vorresti condividere con i nostri lettori?

In ogni set succedono sempre tante cose. Ad esempio in “Settembre” ho dovuto recitare con Andrea Sartoretti, un attore formidabile ma anche la persona che mi fa più ridere al mondo. Interpreta un marito che si disinteressa profondamente di sua moglie. È come se fosse invisibile. Noi due sul set non riuscivamo a guardarci. Se andate a vedere il film noterete che lo guardo il meno possibile in faccia e in tutte le scene in cui mi ritrovo con lui guardo sempre un’altra parte, un orecchio, il mento e mai negli occhi. Era impossibile per me.

Altre esperienze che vorresti ricordare e perché?

Sono affezionata a tanti film che ho fatto. Da “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio, che è stato il mio primo film, a “Cosa sarà” di Francesco Bruni e “Padrenostro” di Claudio Noce. Sono film di cui vado molto fiera e sono anche film che da spettatrice avrei voluto vedere. Sono molto contenta di come siano andate le cose per me.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

Per me significa silenziare tutto il resto, mettermi all’interno di una sala cinematografica dove si spengono le luci e posso soltanto vedere e ascoltare una storia e dove posso dedicarle tutto il mio tempo e tutto il mio spazio.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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