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Intervista a Dharma Mangia Woods: “La mia Costanza in ‘Più Forti Del Destino’ un esempio di femminismo” L'attrice presenta "Più forti del destino", la nuova serie in onda da mercoledì 9 marzo su Canale 5.

Mar 8, 2022

Mercoledì 9 marzo parte su Canale 5 la nuova fiction “Più forti del destino”, con Giulia Bevilacqua, Laura Chiatti, Dharma Mangia Woods e Leonardo Pazzagli. La serie è ambientata nella Palermo dell”800 e ripercorre le vicende di tre donne: Arianna, Rosalia e Costanza, le cui vite verranno stravolte in seguito a un incendio. Su “La voce dello schermo” abbiamo intervistato Dharma Mangia Woods, giovane attrice ma che vanta un curriculum di tutto rispetto avendo già lavorato con il premio Oscar Paolo Sorrentino in “The Young Pope“, con Gabriele Muccino ne “L’estate addosso” e con il duo Botrugno e Coluccini ne “Il Contagio“. L’attrice ci ha presentato la sua Costanza, gli aspetti che ha amato di “Più Forti del destino” e ci ha confidato un particolarissimo aneddoto della nuova serie di Canale 5. A voi. 

*Foto di Martina Mammola

Salve Dharma, benvenuta su “La voce dello schermo”. Da mercoledì ti vedremo su Canale 5 in “Più forti del destino”. Presentaci un po’ la serie…

Ciao a voi e grazie per questa intervista. Dunque, la serie è ambientata a fine ‘800, è la storia di tre donne che sono in forte relazione fra di loro. Arianna, interpretata da Giulia Bevilacqua, è la zia di Costanza; Costanza, interpretata da me; e Rosalia, dama di compagnia di Costanza ed è interpretata da Laura Chiatti. Tutte e tre decidono di andare all’esposizione, dove verrà presentato per la prima volta il cinematografo, portato a Palermo da Augusto Di Giusto (Paolo Sassanelli), che è anche il padre di Costanza. Durante l’evento scoppierà un incendio e, da questo momento, le vite delle tre saranno completamente sconvolte. Le vedremo affrontare ostacoli, cambiare, crescere e affermarsi.

Quali sono gli aspetti che ti sono piaciuti di Costanza?

Costanza mi ha colpito fin da subito per la sua enorme forza. Come me, possiede dei momenti di fragilità e di pianto che però non la rendono “debole”, anzi. Non penso sia fragile una persona che piange. Costanza riesce a superare gli ostacoli, a portare avanti la sua lotta contro tutti, rimanendo sé stessa, sensibile e dolce ma anche decisa e tenace. Abbandona l’età della fanciullezza per entrare in quella adulta, a causa di un trauma, ed è un evento che capita molto spesso. Mi piaceva molto il grande senso di giustizia e la sua battaglia è un esempio di femminismo che è sempre attuale.

Com’è stato per te rivivere Palermo a fine ‘800?

È stato meraviglioso. In preparazione ho fatto chiaramente una ricerca storica per capire la dimensione all’interno della quale avrei dovuto calarmi. Detto ciò, arrivata sul set, il lavoro dei reparti mi ha aiutato molto a ritrovarmi in quell’ambiente. Uno sfondo perfetto nel quale ho cercato di entrare in punta di piedi, rispettando chiunque e qualunque cosa mi stesse intorno.

Con quali membri del cast si è creata un’intesa maggiore? 

Sono stata fortunata perché ho avuto una forte intesa con tutti. La produzione Fabula Pictures e ovviamente il regista Alexis Sweet sono stati fondamentali. Laura e Giulia sono state delle guide e amiche preziose, che mi hanno accolta e sostenuta. Ma anche con i miei genitori di fiction, Paolo Sassanelli e Alessia Giuliani. Mi sono nutrita del loro sapere, della loro esperienza, affidandomi totalmente ai loro consigli. Non li ringrazierò mai abbastanza. Con Paolo durante le pause pranzo parlavamo di Cechov (autore per cui nutro un grande amore) e Alessia è stata un’amica meravigliosa, rimaneva con me fino a tarda notte per fare le prove, sapendo l’enorme ansia che avevo, essendo Costanza il mio primo personaggio importante.

Com’è stato condividere il set con questa squadra?

Condividere il set con loro, ma anche con i ragazzi e le ragazze della troupe, è stato bellissimo. Ognuno di loro ha avuto un ruolo fondamentale e credo che tuttora non si rendano conto di quanto io gli sia grata. I reparti, tutti, mi hanno accolto come una figlia o una sorella, accompagnandomi in questo viaggio durato quasi quattro mesi. Sono rimasta in contatto con moltissimi di loro, proprio ieri li ho sentiti per telefono, non li dimenticherò mai.

Ci sono aneddoti particolari che vorresti condividere con i nostri lettori?

Ho tantissimi aneddoti e storie ma penso che quello che li riassuma tutti sia un avvenimento accaduto durante il mio ultimo giorno di set. Con la mia ultima scena chiudevamo anche la serie, quindi era l’ultimo giorno per tutti. Da giorni ormai sapevo che sarebbe finita prima o poi ma, ovviamente, non volevo. Allo “Stop!” l’aiuto regia Giovanni Paolucci, è venuto verso di me per dire la fatidica frase “Signori, Dharma ha finito di girare” e io, prima che potesse parlare, sono letteralmente scappata via piangendo. Non volevo che finisse quel sogno meraviglioso. Alla fine ho accettato la cosa e fra gli abbracci e l’amore di tutti abbiamo finito le riprese.

Hai fatto parte di lavori come “The Young Pope”, “L’Estate Addosso” e “Il Contagio”. Che ricordi hai di queste esperienze? Cosa ti ha colpito di Sorrentino, di Muccino e del duo Botrugno e Coluccini?

Ero giovanissima quando conobbi tutti loro. Muccino fu effettivamente la prima volta su un set cinematografico, grazie a quella esperienza ho avuto conferma che mai al mondo avrei fatto altro se non l’attrice. A Sorrentino devo tantissimo, fu lui a consigliarmi di continuare sempre a studiare recitazione e devo dire che ho preso alla lettera le sue parole. Con Daniele e Matteo è stato amore a prima vista, quando li ho conosciuti al provino, ho subito sentito che eravamo giusti gli uni per gli altri.

Quali sono i ruoli che ti esaltano?

Trovo esaltanti tutti i personaggi che parlano con le emozioni, con il cuore in qualsiasi sfumatura. Mi piacerebbe tantissimo esplorare, attraverso il mio lavoro, più aspetti possibili dell’essere umano. Passare da personaggi scuri, ombrosi e tormentati a personaggi più luminosi, solari e romantici. Sicuramente mi piace sfidarmi ogni volta in ruoli diversi e cercare di mettermi alla prova.

Questo portale si chiama “La Voce Dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?

È una domanda difficile, per me la voce dello schermo ha sempre significato inseguire il mio sogno. Guardando i grandi del cinema e ascoltando le loro parole ho rafforzato di giorno in giorno la mia determinazione. Cerco sempre di imparare da loro.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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