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Lun. Mag 13th, 2024

Intervista a Massimo De Lorenzo: ”Da Boris a Trust. Vi racconto di quando recitai con un Premio Oscar” L’attore, nelle sale con “Attenti al gorilla”, ha presentato il film di Luca Miniero e con Frank Matano e ha ripercorso la sua brillante carriera caratterizzata non soltanto di soddisfazioni in terra nostrana, ma anche all’estero.

Tra i protagonisti di “Attenti al gorilla”, nelle sale dal 10 gennaio, Massimo De Lorenzo ha rilasciato un’interessante intervista esclusiva su “La voce dello schermo”. L’attore ci ha presentato il film di Luca Miniero che ha per protagonista Frank Matano ed ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera, contraddistinta da serie cult come “Boris”, da tantissime commedie italiane ma anche da ruoli in serie tv e film di prestigio stranieri come “Trust” e addirittura una pellicola firmata dal Premio Oscar per la sceneggiatura di “Rain Man”, Barry Morrow.

Salve Massimo, benvenuto su “La voce dello schermo”. Partiamo da “Attenti al gorilla”, presentaci un po’ il film e il ruolo che hai interpretato.
Il film è una commedia surreale, un film sulla famiglia, sulla sua disgregazione e disumanità. È sicuramente adatto alle famiglie e ai bambini, ma non solo. Io Interpreto Gus, il proprietario di un pet-market a cui si rivolgerà il personaggio di Frank Matano all’inizio del film. Gus è apparentemente buono, amante degli animali ma che nel corso della storia si rivelerà un vero cattivo.

Cosa ti ha colpito di più di questo film? Com’è stato ritrovare il regista Luca Miniero?Mi ha colpito la sceneggiatura, mai banale e che offre momenti di comicità molto originali ed intelligenti. È sempre un piacere lavorare con Luca. È un regista che crea ed inventa molto sul set e, per un attore, è quanto di meglio si possa desiderare. È sicuramente molto esigente e diretto, ma ti fa venir voglia di lasciarti dirigere, di affidarti e questo rende il mio lavoro divertente e gratificante.

Il tuo nome è legato alla commedia italiana. Come giudichi questo genere ai nostri giorni e quali sono, secondo te, i punti di forza e i punti deboli?
Credo siamo entrati in una nuova fase della commedia. Da qualche anno si cominciano a intravedere storie e nuove originali. Fino a qualche anno fa c’era un po’ di omologazione nelle storie e nel cast. Film tutti un po’ uguali. Ultimamente vedo sprazzi di luce, soprattutto nelle storie. In Italia abbiamo sicuramente un parco attori di alta qualità, ma se ci si richiedono sempre gli stessi ruoli, anche noi attori risultiamo deboli e monotoni. Per non parlare della difficoltà di scrivere riguardo le donne, raccontate spesso solo come mogli, figlie e amanti. Però, ripeto, ultimamente ho visto piccole commedie (spesso fuori dalle grandi distribuzioni e quindi difficili da conoscere) con storie belle, bei personaggi e che meritano tutta l’attenzione.

Una serie di cui hai fatto parte e che ha fatto storia è sicuramente “Boris”. Cosa ricordi di quegli anni e cosa hai amato di quella serie?
Eh, ricordo un grandissimo divertimento (ma anche fatica). La sensazione di far parte di un gruppo di amici con cui si aveva voglia di divertirsi e far divertire con intelligenza. Ho amato molto le tre stagioni e ogni tanto per tirarmi su il morale le rivedo.

Secondo te, la televisione odierna è riuscita a raggiungere quel cambiamento qualitativo tanto nominato in “Boris”?
Ma penso proprio di sì. Oggi, sicuramente, per stare al passo con la vastissima offerta internazionale, anche in Italia si producono serie molto interessanti, girate bene e non “a cazzo di cane”. E non mi riferisco solo alle grandi produzioni come “L’amica geniale” o “The Young Pope”, ma anche la tv generalista comincia piano piano a produrre fiction di maggiore qualità. Ancora poca, certo, ma sicuramente un passo avanti. Penso ad esempio a “La linea verticale” di Mattia Torre, prodotto dalla Rai.

Quali sono le altre esperienze a cui sei più legato e che ti piacerebbe ricordare?
Sono tante: dall’esperienza teatrale di “456” di Mattia Torre (si vede che siamo amici?), alla piccola ma intensa esperienza in “Trust” di Danny Boyle. Ricordo con grande orgoglio anche un piccolo film americano diretto da Barry Morrow (Premio Oscar per la sceneggiatura di “Rain Man”) dal titolo “All You Ever Wished For”. Barry è una personalità straordinaria, Amore allo stato puro, per tutto, per la vita e sono stati due mesi di lavoro meravigliosi.

Hai altri progetti da presentarci?
Sono stati mesi intensi, da settembre ad oggi sono usciti tre film (“Uno di famiglia”, “Cosa fai a capodanno?” e “Attenti al gorilla”). Adesso me ne starò tranquillo per lavorare su un progetto di scrittura. Vi farò sapere.

Questo portale si chiama “La voce dello schermo”. Cosa significa per te ascoltare la voce dello schermo?
Penso subito a due cose: la colonna sonora di un film, anzi proprio alla colonna audio, all’insieme di voci e musica e le suggestioni che già da solo possono darti, senza le immagini. E poi penso a quel momento meraviglioso in cui, seduto in sala, si spengono le luci (e le voci) e inizia il film, e inizia a sognare.

Di Francesco Sciortino

By lavocedelloschermo

Francesco Sciortino, giornalista pubblicista dal 2014, appassionato di serie tv, cinema e doppiaggio. In passato cofondatore della testata online “Ed è subito serial”.

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